Trofeo Sardegna, Marino (Olbia): “Nord Sardegna merita squadra professionistica”
L’Olbia rimedia una sconfitta per mano del Cagliari alla prima edizione del “Trofeo Sardegna” ma, come prevedibile, il pensiero del presidente Marino è già proiettato al derby di domenica che vedrà contrapposti i bianchi alla Torres: “Per noi non è ancora finita, abbiamo una partita importante domenica e siamo concentrati. Questo evento non fa che inserirsi nella preparazione settimanale in vista della gara con la Torres ed è stata anche un’occasione per salutare gli amici del Cagliari. Noi crediamo che il nord Sardegna meriti una squadra professionistica, vogliamo dunque cercare di avvicinarci ai livelli del professionismo. Questo è un anno importante perchè stiamo cercando di portare una mentalità. Domenica con la Torres impresa possibile così come la riappacificazione: l’apertura che le istituzioni hanno voluto dare deve essere sfruttata bene. Per la prima volta, dopo anni, è stato concesso ai tifosi olbiesi di partecipare alla partita, auspico che sia un evento di sport e per la Sardegna, così da far guadagnare all’isola un posto in Lega Pro”.
Un bilancio anche della stagione dei rossoblù con un pensiero inevitabile alla partnership tra le due società: “Il Cagliari credo abbia confermato le aspettative, squadra più forte del campionato e i problemi avuti sono dovuto al vantaggio elevato, complimenti a loro. Per ciò che riguarda noi: campionato difficilissimo, in salita, abbiamo dovuto lavorare sul fronte tecnico, societario e del gruppo. Però i risultati alla fine sono quelli che ti danno ragione e ti danno la forza di ambire a progetti più importanti. A prescindere da come andrà la finale, questo è stato un campionato esaltante, arrivare ai playoff da una posizione di metà classifica è qualcosa di importante e tutti quanti meritano un elogio. L’amichevole di stasera è un messaggio anche per suggellare la partnership col Cagliari. Una squadra professionistica non è sufficiente in un territorio così importante e vasto come la Sardegna. I calciatori devono avere la possibilità di crescere, non solo nelle prime squadre ma anche nelle giovanili. Avere solo tre squadre nazionali giovanili su oltre un milione e mezzo di abitanti è poco. Non possiamo pensare che i giocatori sardi, per crescere, debbano emigrare dall’isola. Avere due squadre invece che una è un’opportunità e un progetto importante per tutta la Sardegna.”