Zazzaroni: “Il Cagliari resti a Cagliari. Rossoblù in A non come Carpi e Frosinone…”
Il suo legame con Cagliari e il Cagliari è noto. Risale ai tempi bui delle polemiche per lo stadio da trovare (a Trieste) e quelli da abbandonare (Sant’Elia e Is Arenas), con le battaglie dell’amico Massimo Cellino. Ospite di Doppio Misto, su Radio X, il giornalista bolognese ha parlato del momento dei rossoblù di Massimo Rastelli e di vicende extracalcistiche inerenti il Cagliari: dal carattere di Cellino e Giulini al dover rimanere in città anche durante i lavori per il nuovo Sant’Elia.
“Conosco Rastelli da quando giocava, così come il presidente Giulini e Filucchi, è un ambiente con cui sono entrato e rimasto in contatto. C’è un’idea di squadra, non solo parole, è sicuramente una realtà tecnica obbligata ad andare in Serie A per disponibilità di risorse tecniche e finanziarie. Questi momenti sono crisi fisiologiche, perdere in casa con il Novara è qualcosa di episodico, il Cagliari è condannato alla Serie A e può subire mentalmente questa pressione, ma non vedo grossi problemi o necessità di fare drammi”.
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L’anno scorso il “suo” Bologna, da condannato a vincere, rischiò di toppare la promozione in Serie A. Uno scenario simile per il Cagliari, che però sta facendo molto meglio dei felsinei della scorsa stagione. E’ giusto che Rastelli si inalberi di fronte alle recenti critiche? “Non si può mettere in discussione Rastelli per due sconfitte, va bene le aspettative ma ha fatto un buonissimo campionato, il Bologna ebbe fortuna, cambiò (sbagliando) allenatore da Lopez a Rossi, che non vinse mai e andò in Serie A con molta fortuna”.
La cura per le difficoltà è chiara: “Serve forza mentale per superarle, così come la consapevolezza di essere più forte. Ora il Cagliari deve riprendere la rotta, non sono preoccupato”.
Sulla bontà della rosa, e la possibilità di mantenere lo zoccolo duro per la Serie A, Zazzaroni è convinto: “Il Cagliari non può affrontare la Serie A come un Frosinone o un Carpi, che fanno un torneo oltre la loro dimensione e aspettative. Hai bisogno di giocatori capaci di fare la categoria, serve solidità e struttura adatta”.
Intanto lo stadio Is Arenas, oggetto di tante battaglie di Ivan Zazzaroni in città, è stato dichiarato abusivo e va demolito. Cosa rimane di quelle battaglie? “Tanta amarezza, è rimasto un bellissimo legame tra me e molti tifosi, ma io difendevo gli interessi del Cagliari. Con tutti i problemi che può aver portato, Cellino ha pagato ben oltre le colpe, ha pagato atteggiamenti e comportamenti, qualcosa di poco regolare c’era per aver creato lo stadio in pochi mesi, però era un bel campo. In Italia ci sono troppi vincoli, e quando nella tua gestione monocratica ti fai tanti nemici, poi questi può succedere che si vendichino”.
Che impressione ha avuto di Tommaso Giulini? “Lo conosco poco, mi sembra deciso, ha idee chiare, ma non ho lo stesso rapporto che potevo avere con Cellino, con cui si era instaurata simpatia ed empatia epidermica in venti anni di conoscenza. Vedremo adesso cosa accadrà con lo stadio nuovo e quello provvisorio, ma il Cagliari deve stare a Cagliari o dintorni, sicuramente”.
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