Dinamo Sassari, tre colpi da non sparare a vuoto

Formenti, Devecchi, Alexander

Formenti, Devecchi, Alexander

Che la Dinamo Sassari stia vivendo il peggior momento degli ultimi anni è ormai un dato di fatto. Nell’ordine l’eliminazione dall’EuroCup, il suicidio cestistico nel primo turno della Final Eight di Coppa Italia contro una Vanoli Cremona falcidiata dalle assenze (e poi demolita da Milano in semifinale) e poi la serie di sconfitte che ha confinato il quintetto biancoblù ai margini della zona playoff, creando un alone di delusione impensabile fino a qualche mese fa. Solo due punti separano dunque l’Enel Brindisi dalla squadra di Calvani, che attualmente occupa l’ultimo posto utile per accedere alla fase finale, obiettivo a questo punto minimo da raggiungere. Più che la classifica, ancora molto compatta nelle posizioni che garantirebbero la partecipazione alla post season, sono le prestazioni della Dinamo Sassari ad aver portato a partite letteralmente buttate al vento: contro Cremona, ai finali persi con Avellino e Torino, alle sconfitte più nette contro Brindisi e Cantù. Elementi comuni a questi passi falsi sono stati l‘incostanza e l’atteggiamento ondivago sui due lati del campo.

Ora il calendario presenta tre gare da non fallire: domenica arriva l’Obiettivo Lavoro Bologna, squadra da non prendere sottogamba ma che ha ancora il poco invidiato primato di essere l’unica del campionato a non aver vinto in trasferta. Il team di coach Giorgio Valli ha un background simile a quello di Calvani: il talento dei vari Pittman (39 di valutazione nell’ultima gara persa contro Milano) , Odom e Ray (stagione finita per lui) spesso prendono il sopravvento sugli schemi e debordano in individualismi che possono rivelarsi armi a doppio taglio. Dalla prossima gara la Virtus potrà contare anche sul cavallo di ritorno Andre Collins, fresco di presentazione con la maglia delle “V nere”, determinato a riprendersi la leadership nella piazza bolognese. Poi la Dinamo Sassari sarà impegnata a Pesaro, altra squadra invischiata nella lotta salvezza, per poi ospitare la Betaland Capo d’Orlando.

Jarvis Varnado

Jarvis Varnado

Non ottenere tre vittorie in questa serie di partite sarebbe un qualcosa di disastroso, anche considerando la disponibilità della proverbiale settimana piena di allenamenti, ambita e più volte chiamata in causa nelle conferenze di Calvani, ormai realtà da qualche settimana. Al coach farebbe comodo trovare più continuità da parte dei suoi interpreti, talvolta oggetti misteriosi, capaci di diventare determinanti in una partita per poi sbagliare tutto pochi giorni dopo. Eclatante il caso di Jarvis Varnado, raramente dominante nel pitturato, impalpabile e a tratti dannoso in alcuni match, quando non relegato in tribuna a favore di Brent Petway o Joe Alexander. Anche questi ultimi, per dirlo con un eufemismo, non stanno offrendo alla causa quanto hanno fatto vedere in passato con altre maglie.

Capitolo nuovi arrivati: fin qui Tony Mitchell è rimasto sotto le aspettative, a tratti subissato e ossessionato dal volere a tutti i costi la parola fine nelle azioni offensive biancoblù (vedi in Coppa Italia). Compito, non facile, per Calvani, riportarlo nel suo sistema, limitandone quell’improvvisazione e quella divagazione che in pochi si possono permettere. Per quanto riguarda il rientrante Kenneth Kadji, dopo alcune partite di assestamento, ha dato un’ottima risposta nella gara contro la Scandone Avellino insieme a Josh Akognon. La guardia di origine nigeriana, nonostante fosse limitato dai falli, ha fornito una buona prova soprattutto da dietro l’arco: rimane qualche dubbio però sul suo ingaggio, essendo a primo impatto un giocatore poco indicato a un sistema di gioco come quello di Calvani. Soltanto il parquet potrà dare risposte, a cominciare da domenica sera contro la nobile decaduta felsinea.

Matteo Porcu

 

 

 

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