Cagliari, a Trapani puoi mutare: 3-5-2 scelta plausibile?

Una foto di gruppo del Cagliari di quest'anno

Una foto di gruppo del Cagliari di quest’anno

 

Minuto 65: fuori Farias per Cerri. Il giovane di proprietà della Juventus entra in campo con lo specifico compito di ricevere cross per insaccare la palla di testa, sua specialità. Qualche minuto dopo Sau, giocatore tra i più talentuosi della squadra, preferisce provare un quasi impossibile tiro a giro piuttosto che servire il numero 28 in ottima posizione davanti al portiere. Questa è la fotografia perfetta dell’ultimo Cagliari visto contro il Novara: una squadra confusa, poco unita e a corto di idee, più propensa ad affidarsi alla ricerca delle soluzioni personali che al gioco corale.

Le azioni da gol ormai scarseggiano da tre giornate e, al di là della vittoria con il Pescara, più fortunata che meritata, l’impianto di gioco della giostra di Rastelli scricchiola non poco. La difesa, orfana di Ceppitelli, è quasi un colabrodo e Storari è costretto a fare gli straordinari in ogni partita. Capuano è sempre ai box, e dunque sarà ancora Krajnc ad affiancare Salamon contro l’attacco trapanese, nonostante lo sloveno abbia fin qui deluso enormemente rispetto alle aspettative iniziali.

Se il polacco e Balzano sono le uniche attuali certezze della retroguardia rossoblù, esattamente l’opposto si può sostenere per il terzino sinistro. L’avventura di Murru al Cagliari, dopo la disastrosa prova di Cesena, sembra essere arrivata ormai ad un punto di non ritorno. Ma Barreca, più propenso alla fase offensiva che alla copertura, non sempre ha convinto mister e osservatori. Pisacane è caldo e ha voglia di giocare, ma la sua convivenza con Balzano è stata spesso fallimentare. Il bandolo della matassa potrebbe così essere trovato passando alla difesa a tre, con l’ex Avellino a suo agio nel ruolo naturale di centrale destro e il terzino classe ’95 libero di spingere come esterno di centrocampo, il classico “tuttafascia” nel gergo calcistico.

La mediana ritrova Cinelli, mentre sono ancora indisponibili Di Gennaro e il desaparecido Tello, oltre Munari e lo squalificato Fossati. Assenze numerose e pesanti quindi, che vedono l’allenatore senza margine di scelta: Cinelli, Colombatto, Joao Pedro e Deiola sono i centrocampisti a disposizione. L’ex capitano del Vicenza, dopo le prime convincenti uscite, ha subito un leggero calo, ma il suo rientro, prezioso per guadagnare in quantità e carisma, è provvidenziale. A tessere la tela del gioco ci penserà invece Colombatto: il piede è caldo, la voglia è tanta, le qualità ancora di più. E’ in arrivo la prima grande prova di maturità per l’argentino, con la cabina di regia affidata totalmente a lui.

Antonio Barreca in allenamento: potrebbe sentirsi più a suo agio come esterno basso?

Barreca sarebbe più a suo agio come fluidificante in un 3-5-2? 

CENTROCAMPO - L’unico dubbio riguarda l’altra mezzala. Deiola non è certo una sicurezza, Joao Pedro contro il Novara non ha fatto male, è stato l’ultimo a mollare, ma da interno non fa impazzire. Per risolvere il rebus bisogna definitivamente stabilire se Farias possa agire da trequartista. Il campo per ora ha detto di no: il brasiliano (per carattere e caratteristiche) fatica nel ruolo di classico “galleggiatore” tra le linee, preferendo un’anarchia non sempre produttiva. A differenza di Joao Pedro, in perfetta sintonia con il ruolo di collante tra centrocampo e attacco. Un 3-5-2 permetterebbe di ovviare al problema, lasciando che la manovra si sviluppi sugli esterni, senza passare dal filtro della trequarti, proteggendo maggiormente la difesa e puntando sul duo d’attacco (qui Rastelli ha abbondanza) come sugli inserimenti delle due mezzali.

ATTACCO - Davanti abbonda la quantità e con essa i dubbi dell’allenatore: al valzer delle punte partecipano infatti tutti e quattro i ballerini, cinque compreso Farias. Realmente però più per demeriti che il contrario. Nessuno dei cinque attaccanti ha dimostrato di essere intoccabile. Sau e il gol sono ormai lontani parenti, e anzi spesso l’ossessione nel cercarlo lo ha condizionato sotto l’aspetto della lucidità; Giannetti si è comportato meglio da subentrato che partendo titolare, dal primo minuto; Cerri combatte e si sacrifica, ma non è certo un goleador implacabile; Farias è imprendibile quanto sprecone ed egoista, sovente autore di giocate fini a se stesse; Melchiorri è costantemente l’ultimo ad arrendersi, tuttavia con l’ultima sostituzione a fine primo tempo Rastelli ha dimostrato che nessuno è titolare inamovibile.

NUOVO MODULO? - Una nuova soluzione tattica, che preveda l’abbandono del classico (e stantio) 4-3-1-2, potrebbe essere quindi una scelta giusta e sicuramente plausibile. D’altronde il 3-5-2 è un sistema di gioco familiare a Rastelli, da lui stesso nominato quest’estate, quando sembrava doversi vedere spesso, se non essere addirittura essere quello di riferimento. Un cambio di modulo potrebbe essere utile per dare uno scossone (e protezione) in un momento in cui il Cagliari ha più che mai bisogno di una prova di forza, contro un Trapani in ottima salute.

I rossoblù dovranno dimostrare di poter tornare ad essere la squadra schiacciasassi che avevamo lasciato a fine 2015, non quella scialba e priva di idee di questi primi due mesi del nuovo anno. Serviranno la giusta concentrazione e una mentalità aggressiva, evitando che siano gli avversari a prendere subito in mano il pallino del gioco. Affidarsi ai singoli è spesso risultato sufficiente, ma ora gli avversari hanno capito come poter limitare le iniziative dei più talentuosi del gruppo. E’ ormai infatti lapalissiano che il Cagliari non faccia più così paura; all’allenatore il compito di trovare le giuste contromisure.

Oliviero Addis

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