Martino e Capitani si incontrano. Il futuro della Torres tra vittorie, nuvole e un silenzio assordante
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Domenico Capitani
La Torres veleggia verso le prime otto posizioni, traguardo agognato e ormai distante soltanto tre punti. Niente male, se si pensa al baratro pre-natalizio, come ricordato da Marco Cari domenica. Commentava sereno, il tecnico ciociaro, non curante del secondo 1-0 striminzito consecutivo, spavaldo nel respingere ai mittenti (i giornalisti) le considerazioni sui rischi corsi oltre misura.
Prontamente, quasi in soccorso di chi aveva visto eccessiva sofferenza da parte di Cabeccia e compagni, arrivava la stoccata di Domenico Capitani. Sempre loquace dopo il 90′, il presidente bacchettava giocatori e allenatore per le troppe sofferenze, prima di lanciare il vero e proprio dardo. “Mi avevano e mi avevate (sempre i giornalisti ndr) raccontato qualcosa di diverso su Sassari e il pubblico al seguito della Torres, oggi se dovessi trovare un neo alla giornata indicherei il poco pubblico”. Questo il succo della sortita “capitaniana”, e un “parleremo di tutto dopo la salvezza…” ad aggiungere qualche dubbio.
Si perché da qualche settimana, quando Capitani e Antonio Martino si presero dialetticamente a ceffoni (9 febbraio, dopo Torres-Renate 2-0), dei due presidenti non si era più sentito parlare. Ognuno nel proprio eremo a riflettere e studiare le mosse. Che tutti si augurano possano portare il meglio alla Torres, in ottica di quella terza serie da disputare a lungo e dignitosamente. In molti hanno pensato che Capitani trattenga a fatica il malessere per la campagna sarda cominciata nell’estate 2013, dalla quale si aspettava forse qualcosa di più e di diverso. Ma a ciò si aggiunge l’uscita dalla scena mediatica di Martino, che pure non aveva perso occasione per ribadire la sua voglia di Torres.
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Antonio Martino in tribuna durante Santarcangelo-Torres (foto: Fabio Frongia – sardegnasport.com)
“Chi paga gli stipendi?”, disse Capitani il 9 febbraio (l’annunciato controllo della Co.Vi.Soc. dovrebbe essere andato a buon fine) e già il riferimento agli emolumenti faceva borbottare lo stomaco. Poi l’annuncio di discorsi post-salvezza non necessariamente mielosi, considerato il personaggio pontino. E Martino? L’imprenditore abruzzese non ha parlato a Santarcangelo, dove presenziò con il figlio, mentre a Sassari viene invocato per dare seguito alla promessa di gestire autonomamente il pianeta torresino. Un silenzio assordante che, come le frasi sibilline di Capitani, preoccupano chi è fin troppo abituato alle beffe.
Le polemiche sono lontane, come se il vomitarsi addosso tutta l’incompatibilità avesse calmato ogni istinto. “Sento sempre Nucifora – ci tiene a precisare Antonio Martino – il mio contributo è stato il calciomercato e adesso tutti siamo contenti perché questo ha portato ad un passo dalla salvezza. Con Domenico ci sono diversità di vedute, ma proprio in settimana contiamo di vederci per un confronto tra persone serie e fare il punto della situazione”. Inevitabile chiedere quante possibilità ci siano che si mantenga il binomio anche nel futuro: “Difficilissimo, abbiamo visioni diverse, come è stato già dimostrato, senza voler accusare nessuno. Ognuno ha un modo di intendere il proprio operato e non sempre c’è sintonia, una resa dei conti avverrà in modo molto tranquillo, in un senso o nell’altro”. Non la si sente da un po’, l’impegno di Martino in Torres è confermato? “Senza dubbio, l’ho dimostrato con l’impegno in questi mesi. Vorrei gestire la Torres in maniera diversa, e lo ribadisco. Ma non dimentichiamo che Capitani e Salaris ad oggi hanno il 60% del club. Comunque domenica con ogni probabilità sarò a Bellaria al seguito della squadra.. In molti si chiedono perché non esca allo scoperto prendendosi la Torres: “Semplice, come sapete a livello giuridico non ho nessun potere, c’è un amministratore unico (Manolo Patalano ndr) e quindi posso fare poco, se non garantire il mio contributo nella misura degli accordi stabiliti. Ma questo non è un problema. Domenico ha tanti difetti caratteriali, ma non è certo uno che scappa”. Certo se Martino arrivasse con i soldi e acquistasse il resto del pacchetto azionario rossoblù… “Io credo che, con una squadra che viene dalla Serie D, che sta compiendo un miracolo per la salvezza e si appresta ad affrontare un campionato molto importante post-riforma i soldi vadano investiti per rinforzare l’organico prima di ogni altra cosa. Anche delle scalate societarie”.
Fabio Frongia