Il portiere, oggi al Chievo, ricorda gli esordi nel capoluogo sardo
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Stefano Sorrentino, anche Juventus, Torino, Palermo, AEK Atene e Recreativo Huelva nella sua carriera
Stefano Sorrentino, Cagliari e il Cagliari. Un rapporto speciale, non fosse altro perché il classe ’79 (che compie 39 anni il 28 marzo) è figlio di quel Roberto che dal 1984 al 1988 vestì i colori rossoblù rimanendo nei cuori della platea isolana. Erano in cui i sardi albergavano in cadetteria con poche fortune e tanti problemi economici, e il piccolo Stefano cresceva nel capoluogo. Poi, da calciatore affermato come uno dei migliori portieri dell’ultimo decennio italiano, ha spesso messo i bastoni tra le ruote del Cagliari a suon di parate.
“La mia prima squadra a Cagliari fu il Monte Urpinu – ricorda oggi Sorrentino -, maglia numero 9, il gol mi dava brividi, forse in reazione ai dispiaceri di papà che, quando ne prendeva uno, era intrattabile. Poi passai alla Gigi Riva, un nome e una garanzia, ma il mio idolo era Maradona tanto che papà, dopo una partita di coppa Italia contro il Napoli (semifinale nel 1987, con il Cagliari di Giagnoni a un passo dalla Serie C! ndr), si fece regalare da Maradona, per me, una maglia con autografo che conservo come una reliquia. Un giorno l’allenatore piombò da me disperato: «C’è un torneo importante e non ho nessuno da mettere tra i pali, tutti KO. Tuo padre è portiere, avrai qualcosa di lui!’ Mi venne in testa: va bene, se mi dai la fascia di capitano. Ricordo ancora oggi la faccia stupita di papà quando mi consegnò il premio!».