Resta un periodo caldo sul fronte dei diritti tv per il calcio italiano

Una fase di Cagliari-Pordenone di TIM Cup 2017/2018 (foto: Zuddas – Agenzia Fotocronache)
Sono giorni caldi sia sul fronte dei diritti tv del calcio italiano per quanto riguarda la Coppa Italia. La Lega ha preso qualche giorno prima di varare il bando, perché pensa a possibili novità nel format della seconda manifestazione nazionale per importanza. Da una parte le esigenze di appeal televisivo, dall’altra quelle sportive, cercando di migliorare un contesto dove le “grandi” sono troppo favorite nel loro cammino, in un meccanismo che porta le squadre più importanti – e più appetibili televisivamente – fino alla finale.
Bisogna trovare un equilibrio, perché le televisioni sono più propense a pagare una cifra elevata se hanno garanzia di trasmettere dei big match, cosa che è avvenuta con successo negli ultimi anni, in cui si è proceduto con gara secca in casa della meglio piazzata della stagione precedente fino alle semifinali (andata e ritorno) e la finale (gara secca a Roma). E’ però vero che l’andamento è ormai scontato, portando a poco prestigio fino ai quarti di finale, stadi vuoti, scarse chance delle “piccole” di fare strada contro pronostico.
Si pensa quindi a come avvicinarsi al modello inglese, con l’affascinante e prestigiosissima FA Cup, ma sarà impossibile ricalcarla in toto. Una delle possibilità è quella di aprire la Coppa Italia a più squadre di Serie C e dei Dilettanti, un’altra è quella di sorteggiare il campo da gioco per ogni turno (in gara secca), un’altra ancora quella di portare anche la semifinale in gara unica. Tutte idee non facili da far collimare e da far passare in Assemblea, che dovrà acconsentire a eventuali e varie modifiche. Il bando va varato entro marzo, scrive la Gazzetta dello Sport, per poi vendere entro aprile i diritti relativi ad highlights e radio.
Sempre sulla Rosea, troviamo un aggiornamento relativo alla importante questione dei diritti tv relativi alle partite di Serie A in diretta a pagamento. La Lega – si legge sulla Gazzetta dello Sport – ha risposto alle 11 domande dell’Antitrust: dopo le elezioni del 4 marzo, le authority esprimeranno il loro parere sull’offerta da 1050 milioni annui di Mediapro. I legali di Lega e Infront sono ottimisti. Una volta ricevuto l’ok, i diritti verranno effettivamente assegnati a Mediapro che dovrà produrre la relativa fideiussione (sul tavolo degli spagnoli diverse offerte) e poi trattare con le varie piattaforme. Soprattutto all’estero (ma non solo) ci potrebbe essere un’apertura ad altri broadcaster (Amazon e operatori della telefonia in senso lato) per rinforzarsi sui mercato asiatici e statunitense.