L’analisi sul Cagliari, in vista di Crotone e in presenza di un calciomercato in sordina
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Lopez e Rossi, allenatore e ds del Cagliari (foto: Zuddas)
Il Cagliari gioca col fuoco sul mercato? Lo dirà come sempre il campo, a cominciare dalla trasferta di Crotone, fattasi più delicata di quanto già non fosse. Colpa delle assenze, di Pavoletti e Barella aggiunti a Joao Pedro, rese ancor più dolorose da un calciomercato fatto di scommesse, che non ha migliorato una rosa notoriamente povera come raramente era successo in passato. Il club di via Mameli è rimasto guardingo in questo mese di contrattazioni, puntellando subito il reparto migliore (assieme alla porta) e scommettendo su un laterale mancino greco pronto all’uso, da verificare già domenica. E poi Ceter, da testare più avanti, non essendo rinforzo per l’immediato.
In sostanza, il Cagliari rimane con buona parte dei suoi problemi irrisolti, ritrovandosi con le spalle al muro a preparare la gara contro i Pitagorici. Non può perdere per non aggravare ulteriormente una classifica borderline, dovrà cercare punti con le unghie e con i denti, un po’ come fatto a Bergamo nell’ultima del 2017. In quell’occasione c’era Pavoletti, mentre al posto di Miangue ci sarà Lykogiannis. “Daremo battaglia”, hanno detto i protagonisti rossoblù annunciando l’atteggiamento da trincea, e c’è da sperare che ancora una volta il Cagliari riesca ad uscire dal buco quando tutti lo danno per morto e sepolto. E’ già successo, non resta che aggrapparsi a questo.
Il mercato, poi, chiuderà il 31 gennaio alle 23, ma non si annunciano fuochi d’artificio nel rush finale milanese. Una colpa grave, se i fatti non daranno ragione a Giulini, Rossi e soci. Ma, a bocce ferme e in attesa di eventuali nuovi innesti dell’ultima ora, è lecito dire che il rischio corso dalla dirigenza rossoblù sia forse troppo arduo. “Una rosa da decimo posto, sfiorato nella passata stagione”, così parlava il presidente Giulini il 7 gennaio.
Il Cagliari, però, arriva a Crotone imprecando per due cartellini evitabili, che in un batter d’occhio hanno scoperto oltre il dovuto un roster che già da mesi deve rimodellarsi anche per un solo forfait (a turno: Joao Pedro, Barella, Faragò e Cigarini). Il Cagliari oggi ha almeno 7 giocatori non all’altezza della categoria e della causa rossoblù. Lo dicono le scelte tecniche più delle mere e fallaci valutazioni di chi fa opinione, e ormai le prove sono talmente numerose da aver superato anche la difesa d’ufficio davanti ai microfoni.
Miangue, van der Wiel, Cossu, Dessena, Deiola, Giannetti, Sau non sono elementi utilizzabili. Ha suscitato quasi tenerezza l’andamento di Cagliari-Milan, quando dopo pochi minuti i vari terzetti sono andati a fare riscaldamento, con Lopez costretto poi ad attingere dal magro carniere. Se a ciò si aggiungono un Farias svagato e privo di spunto, un Castan rincalzo da recuperare e un Ceter tutto da scoprire (come Lykogiannis), il desolante quadro è più che completo.
Ecco perché un eventuale rovescio a Crotone, dove comunque i sardi anche rimaneggiati conservano chance di ottenere punti, andrebbe a rinforzare i capi d’imputazione verso la società, più che nei confronti di allenatore o giocatori. La miopia estiva, quando si andò al risparmio pubblicizzando una presunta adattabilità di molti calciatori, è stata confermata e rinforzata in inverno, latitando anziché sistemando subito i buchi per i quali non si era pagato dazio, visti i 20 punti al giro di boa. C’è ancora tempo per rimediare, ma il rischio di sbagliare o incorrere in “affari poco affari” aumenta.
Fabio Frongia