Diego Farias, con la partita giocata a Bergamo, ha toccato quota 100 presenze con la maglia del Cagliari, in gare di campionato, tra Serie A e Serie B. Sono 108 le caps totali del folletto, brasiliano di Sorocaba, contando anche le partite di Coppa Italia. Classe ’90, talento cristallino dal rendimento perennemente ondivago, è oggi uno dei punti di forza della squadra di Diego Lopez, anche per cause di forza maggiore, viste le difficoltà degli altri attaccanti in organico e la lunga squalifica dell’amico Joao Pedro. Farias è tra l’altro il miglior marcatore dell’era Giulini, con 30 gol totali, uno in più di Marco Sau.

Era il 2007 quando iniziò col Chievo il suo giro d’Italia tra Padova, Sassuolo, Foggia e Nocerina. Dotato di passaporto italiano e svanito il sogno di partecipare ai Mondiali 2018 di azzurro vestito, Farias potrebbe essere protagonista nel calciomercato invernale, qualora i sardi decidessero di privarsene e le pretendenti (già scartato il Benevento) riuscissero a convincere il club di Giulini e l’entourage del calciatore. Altrimenti continuerà a far parte del plotone rossoblù, a caccia di un’altra salvezza.

Arrivato nel 2014 con l’acquolina in bocca per l’approdo alla corte di Zdenek Zeman, Farias debuttò con i primi 6 gol in Serie A della sua carriera, alternando (sarà filo rosso della sua carriera) giocate da urlo a eterne pause, con clamorosi errori sotto porta annessi, non un dettaglio per chi nella carta d’identità ha scritto attaccante. Devastante in Serie B, dove firmò 14 gol e 13 assist pur non lesinando alla voce gol mangiati, andò bene anche nella scorsa stagione, migliorando (con 7 gol) il precedente record di segnature nel massimo campionato. Quest’anno ha siglato una sola rete, importante, casuale e fortunata alla Sampdoria, venendo impiegato a singhiozzo e non nascondendo qualche malumore. Tutto il mix di cose, buone e non, che fanno il prodotto Farias sarà ancora a lungo in salsa cagliaritana o la sua avventura è giunta al capolinea? Il calciomercato di gennaio è lì per dare una risposta.

Fabio Frongia