I nostri giudizi sull’Olbia sconfitta 2-0 in casa del Pisa
ARESTI 6 – Incolpevole sulle reti che decidono la gara, si fa trovare pronto nelle altre circostanze. Una sua tempestiva uscita su Izzillo salva la porta dal 3-0.
PISANO 7 – Ha l’argento vivo addosso e percorre il campo in lungo e in largo con la potenza di un trattore. Capitano esemplare.
LEVERBE 5 – Alterna giocate egregie ad altre forzate dall’esito scontato, ma più di tutto pesa sul suo giudizio l’errore che costa il gol di Negro dopo nemmeno un minuto di gioco.
IOTTI 6 – Più essenziale e con meno fronzoli del compagno, tiene botta ai corazzieri nerazzurri.
COTALI 6 – Primo tempo in grande sofferenza contro Mannini e Birindelli, ripresa arrembante e garibaldina che lo porta spesso al cross. Scatta sino all’ultimo secondo utile.
PENNINGTON 6 – Caparbietà e spirito di sacrificio non gli mancano. Degne di nota due palloni (uno per tempo) rubati sulla trequarti che avrebbero meritato miglior fortuna (dall’89’ ARRAS sv).
MURONI 6 – La mediana di Pazienza cerca di ingabbiarlo e, specie nel primo tempo, riesce a chiudergli quasi tutte le linee di passaggio. Nella ripresa, il Pisa arretra e lui riprende a disegnare geometrie con efficacia.
FEOLA 5 – Nella prima mezzora il Pisa fa quello che vuole sulla fascia destra. Rientrava da un infortunio e si vede che deve grattare via un po’ di ruggine (dal 79’ MURGIA sv – Non riesce ad incidere).
BIANCU 5,5 – Una conclusione notevole che esalta Petkovic e poco altro. Con Ragatzu non c’è intesa e tanti palloni vengono consegnati al Pisa con fare sbrigativo (Dal 63′ PIREDDA 5,5 – Migliora l’Olbia nel dinamismo, ma non riesce ad incidere come ci si sarebbe aspettato).
OGUNSEYE 5,5 – Generosità sta diventando il suo secondo nome, ma stavolta le sportellate producono più ammaccature che pertugi.
RAGATZU 5,5 – Giornata storta anche per lui. Qualche giocata gli riesce pure, ma la sensazione è che, su quelle che sarebbero potute essere decisive, stavolta la lampadina non si accenda.
ALL. MEREU 5,5 – È vero, prendere gol dopo neanche 50 secondi taglierebbe le gambe a chiunque, ma i suoi sono sembrati più grigi che bianchi. Non si è vista quella cattiveria agonistica per provare a ribaltare il doppio svantaggio che ha chiuso la gara già prima della mezzora nella prima frazione.
Fabio Frongia