L’attaccante livornese sogna di ripetere i gol siglati contro Genoa, Benevento e Inter alla Sardegna Arena
Il Cagliari prepara la sfida contro la Sampdoria, sabato alle 18 alla Sardegna Arena, e a due giorni dall’evento l’attaccante Leonardo Pavoletti è stato ospite nello store del Cagliari Calcio, a Sestu, ai microfoni di Radiolina. Ha spaziato su molti temi del momento, tornando anche sulle emozioni dell’arrivo all’aeroporto in mezzo alla folla e del gol allo scadere contro il Benevento. “Secondo me siamo sulla strada giusta – dice con ottimismo – Dopo un anno di inattività, perché in definitiva così è andata, bisogna ritrovare la mira giusta. La condizione a mio avviso c’è. Gli assist di Faragò? Sarà sicuramente ricompensato, ora deve continuare, sta facendo molto bene, non si deve accontentare soprattutto per lui e per la squadra più che per me, di sicuro una cena l’ha già guadagnata, ma può fare meglio… Paolo è veramente una brava persona”.
Ora c’è la Sampdoria. “Non viene da un buon momento, viste le due sconfitte consecutive, però ha battuto la Juventus e gioca benissimo a calcio. Noi dovremo essere tosti come contro l’Inter, però segnando più gol. Speriamo che la Sampdoria continui ad avere difficoltà, bisognerà dimostrare che siamo forti e che sabato ci sarà solo una squadra. Credo che il fattore campo ci possa aiutare, si è visto contro l’Inter, che ha dovuto cambiare sistema di gioco perché dopo mezzora non prendeva un pallone. Noi siamo in grande crescita, in allenamento non vogliamo cedere un centimetro, il Pordenone è stato un episodio e penso che a Bologna si sia visto”.
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Nessun dubbio sui modelli cui ispirarsi: da Van Basten a Toni e Lucareli. “Con Cristiano ho avuto modo di parlarci, quando ci si incontra ci si saluta serenamente”. Indimenticabile lo sbarco all’aeroporto di Elmas. “Non mi aspettavo la bella accoglienza di quando arrivai ad agosto – ha detto -, il senso di responsabilità me lo creo da solo perché voglio sempre migliorare e quindi non mi preoccupa. Qui sto benissimo, il clima è fantastico a livello meteorologico e per quanto riguarda il rapporto con la gente, giocare a Cagliari e in Sardegna è davvero divertente. Qui è impossibile non conservare il sorriso, con le temperature più basse non si va moltissimo in giro e si rimane di più a casa, ma fino ad ottobre sono riuscito ad andare al mare ed è stato splendido, ho girato solo qualche spiaggia e il centro storico, per il momento”.
Elogio per Lopez. “E’ uno che insegna sempre calcio, al di là del ruolo che ricopri, ti spiega sempre cosa devi fare e cosa non va bene. Sicuramente uno dei migliori che ho avuto in carriera. Rastelli? Ho avuto poco tempo per conoscerlo, sono contento perché mi ha voluto a Cagliari, magari in futuro ci sarà modo di conoscersi meglio, sicuramente dal punto di vista della persona ho un ottimo giudizio”. Il Cagliari ha ancora il problema dei rigori. “Non avrei problemi a tirare qualora mancasse Joao Pedro” dice con sicurezza, in riferimento ai tanti errori dal dischetto in questa stagione. “Nello spogliatoio conoscevo un po’ tutti da avversario, come compagno avevo avuto Farias a Sassuolo”.
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Si definisce operaio del gol. “Non lo dico per falsa modestia, mi piacerebbe essere un top player ma non sono il calciatore che dribbla cinque avversari e fa gol. Sono uno che lavora per la squadra, che si sacrifica, queste sono le mie doti”. Non ha mai incontrato Gigi Riva: “Devo incontrarlo, devo salutarlo, spero di entrare nelle sue grazie e poterci parlare, mi faccio schifo da solo per non averlo ancora incontrato”, scherza ma non troppo.
Il ricordo del gol al Benevento è vivido. “Mi sono buttato su quel pallone, istintivamente ho chiuso gli occhi e gli ho riaperti vedendo la sfera in rete. Una gioia indescrivibile, il giorno dopo in spogliatoio è stato bellissimo raccontarci il momento di quell’esultanza sotto la Curva. Mi sono ritrovato Cossu, infortunato, che faceva 50 metri di scatto. Il gol regala emozioni clamorose”.
Cagliari è arrivata dopo la scelta di andare al Napoli. “Non ero il giocatore adatto per loro, dal punto di vista umano è stata una delle esperienze migliori della mia carriera, calcisticamente però sto ancora pagando le conseguenze di quella scelta. Il Napoli mi volle fortemente nonostante mi fossi fatto male a Genova, appena arrivato mi sentii come se fossi lì da dieci anni, purtroppo dal punto di vista calcistico non andò bene. Quando vai in una grande squadra devi sfruttare l’occasione, la minima opportunità, io sbagliai una palla di poco e la cosa non decollò. A Cagliari sono rinato, ho ritrovato gli stimoli veri, sono molto vicino a quello di Genova, mi manca un po’ di continuità a livello realizzativo. Non potrei chiedere di più”.
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