Alla base della decisione la polemica con la FIBA a causa di un calendario eccessivamente denso di impegni
Una presa di posizione che farà certamente discutere. Nel bene o nel male. Gigi Datome, capitano della Nazionale italiana, non parteciperà alle qualificazioni per il Mondiale 2019. Ha spiegato lui stesso, tramite il suo profilo Facebook, le motivazioni che lo hanno spinto a questa clamorosa decisione. Posizione che si è materializzata con il rifiuto alla convocazione di Meo Sacchetti. Alla base di questa rinuncia, la polemica con la Fiba a causa di un calendario incomprensibile. Queste le parole del giocatore olbiese.
“Non parteciperò alle gare di qualificazione per il mondiale 2019.
Qualcuno di voi ricorderà che con ogni probabilità mi prenderò la prossima estate libera per poter lavorare sul mio corpo, sperando di trovarne beneficio in futuro.
Le partite dell’inverno invece, non le giocherò perché reputo che le finestre durante l’anno siano una pessima idea.
La FIBA ha voluto inserire (senza alcun accordo con i club, ovvero con chi investe) delle partite di qualificazione ai Mondiali 2019 durante la stagione invernale.
Io ho un impegno col Fenerbahçe (che, badate bene, non mi impedisce di venire in Nazionale) e dovrei saltare delle partite di Eurolega, potenzialmente decisive per la classifica finale e che possono quindi compromettere la stagione della mia squadra. Non solo io, ma nel nostro caso il Fener dovrebbe giocare senza me, Melli, Sloukas, Kalinic, Guduric, Mahmutoglu, Dixon, Guler, Hersek e Vesely.
Quindi la Fiba (che dalle qualificazioni guadagna dei soldi) organizza le finestre dove i giocatori(che non vengono pagati se non con una diaria dalle proprie federazioni) dovrebbero rinunciare a delle partite con la propria squadra(che li stipendia).
“L’Eurolega poteva andare incontro alla FIBA e spostare le partite al martedì” potrà dire qualcuno.
Ogni volta che leggevo le proposte della FIBA rimanevo sempre più scioccato.
Secondo l’ultima proposta FIBA, un giocatore di Eurolega e Nazionale avrebbe dovuto giocare:
Domenica in campionato;
Martedì in Eurolega;
Venerdì e domenica in Nazionale;
Mercoledì ancora in Eurolega.
Questo a novembre. Perché a febbraio la stessa settimana sarebbe stata preceduta dal weekend delle coppe nazionali (3 partite).
Con tutte le trasferte necessarie (da un minimo di 3 a un massimo di 7) sarebbe stato impossibile garantire il massimo della performance da squadre e giocatori. Per non parlare degli infortuni.
“Lo fanno anche nel calcio”, dicono.
Premettendo che la FIFA è l’organo più importante del calcio mondiale e comanda senza che nessuno possa dire e fare il contrario (penso alla NBA nel basket, per esempio…), nel calcio le partite di Champions League arrivano ad un massimo di 13 incontri. In Eurolega sono dai 30 ai 37.
Ma ammettiamo anche che siano tutti d’accordo sul calendario.
Una squadra Nazionale avrebbe due allenamenti per preparare due partite di qualificazione per un Mondiale. Due allenamenti per una kermesse che deve rappresentare un movimento. Ma che roba è? Ricordo nel 2014 che per preparare 4 partite di qualificazione all’Europeo avevamo fatto 6 settimane di preparazione. Perché per mettere insieme i principi offensivi e difensivi questo è il tempo necessario.
Leggo che l’obiettivo della FIBA è dare un’estate di riposo ai giocatori ogni 4 anni.
Ho parlato con tanti giocatori nelle mie stesse condizioni, e tutti sono contenti di giocare ogni estate con la Nazionale, ammesso che tra la stagione e il raduno ci siano almeno 4/5 settimane di riposo, che permettono di riposare e di riprendere la condizione per arrivare al raduno in forma.
Le 4 settimane di raduno per le Nazionali sono l’unica cosa che condivido del nuovo progetto. Io nel 2016 ho raggiunto la Nazionale per il Preolimpico dopo una settimana di riposo alla fine di una stagione di 75 partite. Altra formula FIBA rivedibile.
Perché questo sfogo?
Prima di tutto perché mi pesa il primo rifiuto alla Nazionale della mia vita. Secondo perché nessuno ha mai chiesto, a me o ai miei compagni sia del Fener che della Nazionale, cosa pensassimo di questa formula.
I giocatori devono essere coinvolti, non dico per decidere ma perlomeno per avere dei feedback sui programmi futuri. Ma c’è sempre stato totale menefreghismo a riguardo, eppure in campo andiamo noi.
Ho detto la mia su una questione che per forza di cose mi riguarda, scusate la lunghezza ma c’erano tanti argomenti da trattare e non potevo esprimermi con un tweet.
Il basket deve essere proposto sempre come il miglior prodotto possibile per accattivare nuovi e vecchi appassionati. Senza i migliori giocatori (NBA e qualcuno di Eurolega) questo non accadrà. Questo non è il bene del basket.
É il risultato di una guerra di potere, che fa solo del male ai tifosi, e a questo punto anche ai giocatori che sono in mezzo a due fuochi e devono scegliere tra la propria Nazionale e il proprio club. Follia.
In bocca al lupo a coach Sacchetti e ai ragazzi, ovviamente farò il tifo per loro.”