Cagliari, dai cambi nessuna svolta

Cosa ottengono i rossoblù e le altre di Serie A dagli innesti dalla panchina?

La panchina del Cagliari con tecnico, staff, dirigenti e riserve durante la sfida col Sassuolo (foto: Zuddas)

La panchina del Cagliari con tecnico, staff, dirigenti e riserve durante la sfida col Sassuolo (foto: Zuddas)

Ad uno sguardo superficiale, sulla base delle sensazioni provate durante le partite del Cagliari, non sono pochi quelli che hanno storto il naso sospettando una scarsa capacità di cambiare le partite in corsa. Con i cambi ma non solo, anche con le trovate tattiche in grado di invertire un’eventuale rotta negativa. Se per il secondo aspetto si entra nel campo delle opinioni, al netto di casi emblematici, sul primo si può trovare qualche informazione meno controvertibile. I gol realizzati e gli assist, prima di tutto, ma anche il rendimento dei subentrati possono aiutare a valutare e quantificare l’impatto delle mosse operate strada facendo.



LA SERIE A – Ad offrire uno spunto di riflessione sulla Serie A è La Gazzetta dello Sport, che rileva come il Napoli capolista – nonostante i tanti discorsi degli addetti ai lavori sulla rosa corta – abbia avuto il più alto reddito dalla panchina per gol segnati (due, seppur non decisivi) e azioni positive che abbiano portato a realizzazioni, ottenendo un bel 20% del totale. Spal e Atalanta, invece, hanno tratto enorme beneficio dalla panchina: i ferraresi hanno avuto 4 punti dai gol di Paloschi e Rizzo (subentrati contro Crotone e Udinese), idem gli orobici dai gol di Gomez e Petagna (subentrati contro Chievo e Sassuolo). Ci sono poi il veronese Pazzini (due gol su rigore, sempre da subentrato), il genoano Pellegri (doppietta alla Lazio), Stepinski (Chievo, in gol alla Sardegna Arena), Okwonwo (classe ’98 decisivo in Sassuolo-Bologna 0-1), lo juventino Dybala (ininfluente il suo gol al Chievo), gli interisti Joao Mario (assist contro Fiorentina e Crotone) ed Eder (rigore procurato a Bologna), il sampdoriano Alvarez (22” di partita e gol al Milan). Il caso più negativo è quello del Milan: zero gol fatti, neanche uno procurato, salvo il tiro sporco di Calhanoglu diventato assist per l’inutile rete di Montolivo contro la Lazio.



IL CAGLIARI – Al debutto in casa della Juventus, Rastelli inserì Joao Pedro al 63′, a partita ormai compromessa sul 2-0 bianconero. Tre minuti dopo sarebbe arrivato il tris di Higuain, rendendo buoni solo per le statistiche gli ingressi di Dessena e Sau a 10′ dalla fine. A Milano si decise di toccare pochissimo in una squadra che tanto bene stava viaggiando al cospetto dei rossoneri: Cop (entrato al 76′) non riuscì a dare peso offensivo nell’assalto finale, idem per Faragò (entrato all’83’) e Cossu (all’86’). Nessun gol anche contro il Crotone (vittoria 1-0), anche se Ionita (dal 57′ per Dessena) fece vedere di poter garantire tanto fosforo alla causa, mentre Faragò (dal 70′) e Farias (dal 76′) non si segnalarono più di tanto. Entrò allo scadere, contro la Spal, Romagna (esordio in Serie A), mentre Farias (dal 66′ per Sau) mise lo zampino sullo splendido gol di Joao Pedro e sciupò l’impossibile davanti alla porta. Faragò (dal 61′), Sau (dal 77′), Giannetti (dal 51′) non aiutarono a fare punti col Sassuolo, nel giorno dell’inizio della crisi, anzi il senese si segnalò per alcuni errori marchiani. Contro il Chievo, non riuscirono a migliorare il grigiore generale i subentrati Faragò (dal 63′), Cossu (dal 67′) e Cigarini (dal 46′). A Napoli, infine, fu incidentale l’ingresso di Dessena (dal 34′ per l’infortunato Sau), negativo e impotente come tutti i compagni, compresi Deiola (dal 55′) e Farias (dal 67′).



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