Rastelli, cosa c’è di meglio?

Cagliari, esistono sostituti davvero convincenti qualora si decidesse di cambiare?

Massimo Rastelli

Massimo Rastelli

Quando la squadra va male, si sa, è proverbiale far partire il toto-allenatore. Il cambio esalta sempre, nel momento in cui non si vedono alternative per trovare diversamente l’inversione di rotta. Il Cagliari è in crisi, il suo nocchiero Massimo Rastelli anche, piombato di nuovo in un momento nero come già avvenuto in almeno tre occasioni dal 2015 (quando firmò coi rossoblù) ad oggi. Traballò, infatti, tra marzo e aprile nell’anno di Serie B, quindi dopo la goleada (terza in quattro gare) subita a novembre 2016 a Torino, e in seguito al KO di Napoli (ancora tu…) a maggio 2017, per poi incassare la conferma e iniziare il terzo campionato consecutivo.

Per il momento Rastelli rimane in sella, conferma che lavorerà “come sempre al massimo fino a quando sarò qui”, e assiste ad una parte consistente della piazza (divisa tra estimatori e detrattori) che chiede la sua testa. La società non sembra intenzionata a interpellare candidati per la successione: la classifica non preoccupa, c’è sempre chi sta peggio, le opzioni non entusiasmano, tanto per usare un eufemismo.



Già, perché se i discorsi sui mali del Cagliari rastelliano inducono al ritornello, anche sugli allenatori a spasso bisogna ribadire quanto fatto a giugno. Di tecnici esaltanti, dal curriculum pienamente garantito (e garantente), in grado di infiammare la piazza a scatola chiusa, non se ne vedono. Anche per questo Giulini tira dritto, sperando che ancora una volta si superi il guado tutti assieme.

Andiamola a vedere, allora, quella rosa di potenziali allenatori accostati al Cagliari, posto che all’orizzonte non ci sono novità concrete e tra le mura di Asseminello si procede uniti guardando alla gara con il Genoa. Tra chi sponsorizza e chi viene sponsorizzato, nomi campati in aria e profili apparentemente in declino (o stantii), il piatto piange. Certo, l’avvicendamento porta nell’immediato aria fresca, curiosità, impatto emotivo eccetera eccetera, ma mai come stavolta si è poco sicuri di una resurrezione immediata a livello di risultati e divertimento.

Oltre all’eventuale ed economica soluzione interna – Mario Beretta, ma anche Max Canzi e Michele Santoni, freschi di patentino UEFA Pro, c’è Massimo Oddo, giovane rampante che ha fallito la prima prova in Serie A, tecnico fumantino pieno di luci ma anche di ombre: il suo Pescara fece inizialmente vedere buone trame e sfortunata spigliatezza, ma l’ex terzino abbina assenza di vittorie nella massima serie ad un carattere ruvido, poco umile, con una certa tendenza a polemizzare rimanendo fuori dalle responsabilità. Ci sono poi Edy Reja e Francesco Guidolin, ad oggi pensionati della panchina: il primo, amato ex, rappresenterebbe l’usato sicuro, poco spettacolo badando al sodo, per ora si gode un buen retiro dal quale non sembra facile distoglierlo; il secondo, dopo aver fatto bene con lo Swansea da gennaio a maggio 2016, fu esonerato a ottobre 2016 e da allora è fermo. Il mister di Castelfranco Veneto già una volta (anno 2015) ha declinato la proposta di Giulini.



Altre idee della vox populi sono quelli di Stefano Colantuono e Giuseppe Iachini, profili simili per idee di calcio e atteggiamenti, sanguigni ma dai risultati ondivaghi, reduci da magre avventure e – come Reja – con poco da innovare nel mondo pallonaro. La suggestione Walter Mazzarri (farebbe divertire o sarebbe persona in grado di conquistare in corsa la piazza col suo 3-5-2 pane e salame?) è indirizzata verso lidi esteri e di più alto rango, mentre anche Davide Ballardini ha ormai imboccato il viale del post-carriera, dopo tre esperienze in Sardegna e l’immortale ricordo risalente ad ormai dieci anni fa. Tra gli altri che radio mercato propone c’è Roberto De Zerbi, forse il più invitante ed equilibrato tra pro e contro, giovane come Oddo (con cui condivide buoni sponsor) e bruciato dal delirio palermitano. Arriverebbe (come tutti gli altri) con poco tempo e spazio per incidere, proprio come l’anno scorso a Palermo… Tra tutti questi, infine, altrettanto poco esaltanti sono le candidature di Domenico Di Carlo, i cuori interisti Walter Zenga (già vicino al Cagliari nel primo anno giuliniano) e Andrea Mandorlini, Roberto Di Matteo, Pasquale Marino, Roberto Stellone e Massimo Drago.

Fabio Frongia

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