L’aneddoto: la bocciatura del boemo e il rossoblù sfiorato dal bomber
L’acquisto di Leonardo Pavoletti da parte del Cagliari è ormai agli archivi, finitoci con la chiusura di una telenovela che il presidente Giulini ha vidimato con l’operazione più onerosa della storia rossoblù. Il livornese ha già esordito, con una prestazione tutta generosità contro il Crotone, sfiorando anche il gol, negatogli dal portiere del Crotone, Cordaz, alla prima della Sardegna Arena.
Ma Pavoletti, è cosa nota, a Cagliari sarebbe potuto arrivare tre anni prima, al più tardi sei mesi dopo. Estate 2014, dopo le prime amichevoli del Cagliari di Zdenek Zeman – quello appena rilevato da Giulini, dell’entusiasmo post-Cellino e via dicendo – l’allora direttore sportivo Francesco Marroccu si accorge che Samuele Longo (giovane attaccante scuola Inter) è troppo giovane per sostenere da solo il peso dell’attacco isolano. Sarà un giusto presagio, ma ce ne si accorgerà con troppo ritardo per rimediare, sbagliando anche a gennaio, quando il nome di Pavoletti tornerà invano di moda.
In estate, però, Zeman non si fa convincere da chi consiglia un nuovo ingresso nella prima linea del Cagliari. Il boemo non è accordo con l’idea di sfiduciare Longo, bisognoso di appoggio e non di mortificazione. All’epoca rincalzo nel Sassuolo, Pavoletti si avvicina al Cagliari, un buon affare a livello economico per un 26enne reduce da ottime stagioni in cadetteria. Non se ne fa niente, si arriva alla pausa natalizia, con Zeman ad un passo dall’esonero. In realtà l’attuale tecnico del Pescara potrebbe ancora salvarsi, anche grazie alla mediazione di Marroccu, ma c’è bisogno di un robusto intervento nel mercato di gennaio. Marroccu riprova per Pavoletti, pensa anche a Nicola Sansone, ma Zeman non ci sta: meglio Ernesto Torregrossa (allora al Crotone, in Serie B). L’affare per portare il labronico in Sardegna sfuma una seconda volta, andrà al Genoa (in prestito con diritto di riscatto esercitato sei mesi dopo a 4 milioni) e lì esploderà.
Il Cagliari, passato nelle mani di Gianfranco Zola, conferma Longo e prova a prendere Alberto Gilardino, alla fine arriva l’illusorio Duje Cop. Sarà Serie B, il resto è un’altra storia.
Giampaolo Gaias