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L’ANALISI | Frosinone-Cagliari 0-2, non mancano gli spunti tecnico-tattici al debutto nel Primavera 2 TIM

Mario Dervishi

Mario Dervishi

Una bella vittoria per ripartire, per trovare buoni presagi e cancellare il passato complicato. Nuova stagione, nuova squadra (ma non troppo), idee che cambiano e obiettivi chiari, battaglieri. La Primavera del Cagliari, ancora nelle mani di Max Canzi, vince a Frosinone (leggi qui cronaca e tabellino) al debutto nella nuova seconda divisione post-riforma, entrando così nel migliore dei modi in un’annata che necessariamente dovrà certificare il riscatto rossoblù.



Il gruppo di Canzi non è cambiato eccessivamente, non mancano le conferme rispetto allo scorso campionato, concluso con la retrocessione per via di un posizionamento nel ranking tra i peggiori della Serie A (sono quattro, col Cagliari, le società della massima serie costrette al Primavera 2). Ci sono però elementi con un anno in più di esperienza, ragazzi rimasti in organico dopo aver anche temuto di essere tagliati, nuove leve (sarde e non) che danno al tecnico milanese molta più scelta rispetto al passato. Anche alla luce dei test estivi, il sentiero appare foriero di soddisfazioni. E’ sicuramente presto per fare bilanci, ma la gara in terra ciociara ha dato spunti che di seguito proviamo ad analizzare.

Nel match di sabato, il Cagliari è partito alla grande, con quella cattiveria propria di una squadra strigliata in ogni singolo passaggio dalla voce dell’allenatore, perfettamente ascoltabile da chi assisteva al match. Gran bel primo quarto d’ora, e non è un caso che Gagliano (panzer classe 2000 che già l’anno scorso otteneva buon minutaggio) segnasse di opportunismo dopo una ottima trama orchestrata da R. Doratiotto prima e da Mastromarino poi. A quel punto, però, il Frosinone cresceva, e i sardi diventavano più di lotta che di governo, scoprendo anche la fondamentale versione da trincea.

Non che i Canarini creassero granché, ma si albergava di più nella metà campo rossoblù che altrove. E il copione si rafforzava nella ripresa, quando un Frosinone guidato dall’ottimo Errico (talento purissimo da attenzionare, in panchina a Pescara in Serie B poche ore prima) spingeva e metteva alle corde il Cagliari. Di tiri, però, abbastanza pochi, con una traversa propiziata dallo stesso Errico e tante potenziali occasioni.

Il Cagliari, ed è questa la nota che farà più piacere a Canzi, dimostrava di saper rimanere compatto, facendo densità e finendo in crescendo, chiudendo poi col punteggio all’inglese. Gli spunti, come detto, sono molteplici, riguardanti tattica e singoli, scelte e possibili evoluzioni.

Canzi aveva un po’ mischiato le carte in estate, dando minutaggio a tutti i suoi effettivi per capire il materiale a disposizione. Interessante l’idea di schierare Tetteh davanti alla difesa: il robusto centrocampista ghanese (classe ’99), dopo un anno buio a Olbia, è tra i punti di forza, e Canzi lo prova nel ruolo di frangiflutti. Poca qualità, tantissima quantità, con un numero enorme di palloni recuperati e l’efficace protezione della difesa. Esperimento riuscito, in attesa delle controprove.



Con Porcheddu (a sinistra) e Colarieti (a destra) nel ruolo di mezzali di qualità, si è preferito lasciare fuori il playmaker Ladinetti (entrato nella ripresa, giocatore di qualità che deve ancora acquistare il passo utile per incidere), mentre è sicuramente lecito chiedere di più a Mastromarino, folletto d’attacco che ancora va a corrente alternata. Da rivedere l’ala Dervishi, subentrato ma che ha fatto fatica, pur trovando un gol utile per ottenere fiducia dopo l’emozione del debutto. L’italo-albanese, alla prima esperienza nel professionismo, ha fisico imponente e grande qualità col mancino, occorrerà lavorarci per farne una vera freccia da aggiungere al carniere.

Se Daga, reduce dall’ottimo lavoro con lo staff della prima squadra per tutta l’estate, è una certezza, balza all’occhio l’abbondanza in difesa. A Frosinone mancava capitan Antonini Lui, ormai spostato giustamente al centro della terza linea, e sarà un bel grattacapo scegliere il compagno di Molberg in mezzo al quartetto. Il danese è ragazzo nordico dalla testa quadrata, ha già conquistato i galloni di titolare, mentre Kouadio (a destra) conferma ad ogni partita le referenze conquistate a Lanusei. Solo note liete dalla difesa, dunque, con Molberg-Sanna bene in mezzo, Kouadio-Pitzalis esterni, senza dimenticare Serra (centrale) e i terzini Porru e Nader. Insomma, ce n’è abbastanza per divertirsi, tornando ai sorrisi di due anni fa e impreziosendo il cammino della linea verde made in Asseminello.

Fabio Frongia

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