Grande burattinaio nella trattativa che ha regalato Leonardo Pavoletti al Cagliari, Giovanni Branchini non è nuovo a trattative snervanti e foriere di sogni per i colori rossoblù. C’era sempre lui, infatti, nel ruolo di uomo ombra, nell’estate del 2000, quando Fabrizio Cammarata lasciò Verona per sbarcare ad Elmas. E lui, come pochi altri, può raccontare i retroscena che hanno condotto l’attaccante toscano ad Asseminello.

“Se Leonardo è arrivato a Cagliari – sottolinea il procuratore ai microfoni de L’Unione Sarda – il merito è soprattutto del presidente Giulini. Aveva già cercato il giocatore in passato, mentre Rossi lo conosceva dai tempi di Sassuolo. Almeno quindici società si sono interessate a Pavoletti, ma il Cagliari ha avuto da subito un approccio serio col Napoli. Leonardo, poi, ha sentito dentro che questa era la piazza giusta e non ha mai avuto dubbi”.

Branchini è anche in grado di dipingere un ritratto dell’ex Genoa: “Un bravissimo ragazzo, pieno d’entusiasmo e con la convinzione di trovare a Cagliari l’ambiente ideale. A Napoli c’era un modulo in cui le sue caratteristiche non c’entravano nulla e la squadra aveva già una quadratura. Ma lui ha accettato la situazione. Poi era amatissimo nello spogliatoio”.

Dopo Napoli è tempo di voltare pagina: “Il giocatore sente un debito morale verso una società che lo ha voluto così fortemente. Si è parlato di Nazionale ma per lui oggi conta solo il Cagliari”.