Il commento del DG biancoceleste in vista della prossima stagione
Lunedì la squadra biancoceleste si ritroverà sul sintetico di via Cilea per lo start ufficiale dell’avventura 2017-’18. C’è la serie D da affrontare, con un organico profondamente rinnovato ma con evidenti segni di continuità con il recente passato. La filosofia è quella di una linea verde a forti tinte sarde, che punta sull’esperienza di giocatori importanti e su un gruppo da amalgamare in fase di preparazione e da far diventare squadra. Intanto il mercato, fra acquisti e riconferme, si appresta a sparare i suoi ultimi colpi. Il club biancoceleste ha cambiato denominazione e stemma, ed è cambiato in campo con tanti nuovi innesti a disposizione di mister Massimiliano Paba. Ad aver cambiato ruolo è anche Adriano Fantoni, che dopo essere stato diesse oggi è direttore generale del Sassari calcio Latte Dolce, supervisore del mercato e perno di una società che si appresta a vivere, carica di entusiasmo ma con la guardia bel alta a sua difesa, una nuova stagione di calcio.
Un progetto che si innova e che in parte si rinnova alle porte della serie D 2017-’18: «Da quando abbiamo iniziato abbiamo cercato di portare ogni anno un miglioramento, qualcosa di nuovo, cercando chiaramente di fare sempre le cose per bene. Commettere degli errori ci sta, ma abbiamo avuto una crescita esponenziale sotto tutti i punti di vista, a livello tecnico e societario. Quest’estate, dopo la storica salvezza anticipata dello scorso campionato, abbiamo raggiunto un traguardo importante allargando la base societaria, portando dentro due main sponsor importanti, Abinsula e Matica, in qualità di soci e questo ha fatto si che ci fosse un cambio di passo. Step by step, ma con la consapevolezza di aver alzato l’asticella: vorremmo soffrire meno il prossimo campionato, divertirci e divertire il pubblico. Siamo un grande gruppo in società, una grande squadra che fra vecchi e nuovi vuole fare bene crescere senza mai fare il passo più lungo della gamba».
Come avete ragionato in fase di costruzione della squadra? «La scorsa stagione è stata una bellissima scommessa: volevamo partecipare alla quarta serie nazionale con la quasi totale intelaiatura della squadra che l’anno prima aveva stravinto l’Eccellenza. Ci piaceva premiare i nostri ragazzi, perché è grazie a loro che abbiamo raggiunto gli obiettivi importanti e oggi siamo dove siamo: grazie a chi di loro è rimasto e grazie a chi è andato via e non è detto che un giorno non possa tornare con noi. Non si dimentica quel che di buono si è fatto, mai. Abbiamo operato sul mercato in fortissima sinergia con il diesse Andrea Colombino che si sta muovendo benissimo in coordinazione con la società. La quarta serie nazionale è tosta, se vuoi giocartela in maniera più tranquilla devi ragionare sull’organico, mantenendo però i piedi bene attaccati a terra. Credo che al momento si sia riusciti ad allestire un team interessante e, aspetto fondamentale, composta al momento da tutti atleti locali o sardi. Valorizzare le risorse disponibili sul territorio è la nostra filosofia, applicabile chiaramente se le condizioni di mercato lo permettono: in alcune occasioni devi guardare oltre mare, ma vedremo. Il mercato biancoceleste non è ancora chiuso, noi siamo sempre all’erta e se capitasse una opportunità di rinforzarci non ci tireremo indietro. Già in fase di preparazione avremo con noi diversi ragazzi sardo molto interessanti che valuteremo di concerto con il nostro mister, Massimiliano Paba».
Grande cura per la prima squadra ma attenzione anche per il Settore Giovanile: «I nostri investimenti sono sempre bilanciati e mirati a far crescere al meglio tutte le componenti del paneta Sassari calcio Latte Dolce. Il Settore Giovanile è il nostro fiore all’occhiello. Si può ancora crescere, sicuramente migliorare, ma per essere una società dilettantistica possiamo dire che il nostri vivaio è assolutamente di alto livello ad alto livello. L’attenzione ai ragazzi è massima: se ci sono giovani sardi che fanno bene noi siamo pronti a dare loro una chance, lo dimostrano le opportunità che ci sono capitate e che noi abbiamo colto. La collaborazione con l’Atalanta? Una vetrina importante, ed era importante avere al fianco un nome che sottolineasse ancora di più la filosofia legata alla linea verde. Loro oggi fanno scuola a tanti quando si parla di Settore Giovanile, in ambito nazionale e europeo. Questo legame ci darà la possibilità di far crescere il nostro staff tecnico, e infatti l’accordo è stato fatto prettamente per far crescere e maturare nuove esperienze ai nostri tecnici. Importante avere questo tipo di contatto, garantisce innovazione».
Un’estate di cambiamenti per i colori biancocelesti: «Cambio denominazione punta semplicemente ad enfatizzare il nome della città da cui veniamo, in cui molti di noi sono nati, vivono e lavorano. Noi andiamo a giocare oltre mare e ci faceva piacere mettere in risalto la nostra città di appartenenza, senza mai dimenticare le nostre radici: Latte Dolce è ciò da cui tutto è partito, ci teniamo e non sparirà, anzi. La speranza è che il pubblico si avvicini ancora di più alla nostra realtà. Abbiamo tanti giocatori di Sassari, sponsor e dirigenti sono di Sassari, sarebbe bello. E non ci sono gare o competizioni o campanili di sorta. Il tutto senza nulla togliere al blasone della Torres che spero e mi auguro possa fare bene e risollevarsi. Sono certo che chi ha preso in mano la situazione stia facendo il massimo per i rossoblù, che a stretto giro ci sarà la variazione del nome e che si ripartirà. Mi farebbe quindi piacere spegnere ogni polemica derivante da inutili chiacchiere da bar: non esiste alcun tipo di rivalità né di competizione fra noi e la Torres. Il pianeta Sassari calcio Latte Dolce non è un pianeta ostile e rivale a quello rossoblù: tutto ciò che è sport sassarese, se fatto bene, fa bene alla città».