Dametto: “Ripartiamo con cattiveria”

Sui nuovi compagni: “Aresti portiere fuori categoria, Biancu è già pronto”

Paolo Dametto è alla terza stagione con i bianchi

Paolo Dametto è alla terza stagione con i bianchi

La passata stagione serva da lezione. Paolo Dametto, leader tecnico e carismatico dell’Olbia, ha ancora ben impressi nella mente gli ultimi dodici mesi dei galluresi. Una salvezza riacciuffata in extremis, quando le speranze iniziavano a latitare, dopo una prima metà di stagione convincente e densa di soddisfazioni. Per questo motivo il centrale di Arborea tiene i piedi ben piantati in terra, e dal ritiro di Villanovaforru/Lunamatrona lancia un monito rivolto non solo alla squadra, ma all’intero ambiente.

Dodici mesi fa preparavate il ritorno in Lega Pro sotto la guida di Michele Mignani: come è cambiata la preparazione con Bernardo Mereu?

Ogni allenatore ha le proprie idee e i propri metodi. Poi sta a noi giocatori seguire il mister provando ad assimilare i suoi dettami nel più breve tempo possibile e cercando di metterli in pratica. La stagione inizierà a breve, perciò dovremo essere pronti nel mettere in pratica quello che il mister ci chiede.

L’arrivo di Mereu ha dato maggior quadratura all’Olbia, diventata magari meno spettacolare ma certamente più solida e concreta.

Sì, il mister ci ha dato una grossa mano. Soprattutto a livello mentale. Ci ha messo in riga facendoci diventare più cattivi, aspetto che avevamo un po’ smarrito durante la fase più complicata dello scorso campionato in cui avevamo perso qualche sicurezza.



Il percorso irregolare della passata stagione, con il sogno playoff tramutato in poche settimane nell’incubo retrocessione, si è rivelato una sorta di palestra per gli elementi più giovani della rosa.

Abbiamo fatto talmente bene fino a gennaio che poi ritrovarci in questo tipo di difficoltà sembrava inimmaginabile. Eravamo addirittura settimi, poi pian piano abbiamo visto sfumare quanto avevamo guadagnato in quei mesi. Sicuramente è stata una palestra, anche per noi più anziani. Ripartiamo dalle ultime quattro partite nelle quali abbiamo messo insieme dieci punti e subito una sola rete. Ripartiamo dalla fame e dalla cattiveria che abbiamo avuto nel rush finale, pensando sempre al periodo negativo che abbiamo passato per evitare che ricapiti.

Uno degli aspetti più dibattuti e controversi in casa Olbia, nello scorso campionato, è stata la discontinuità tra i pali: l’arrivo di Simone Aresti è la medicina migliore in tal senso?

Discontinuità sì e no perché in alcuni casi i portieri non potevano far nulla. Simone è un portiere a cui già la Serie B starebbe stretta, figuriamoci la C. Sicuramente ci aiuterà tantissimo, parliamo di un ottimo ragazzo oltre che di un grande calciatore. Darà una mano a tutto il reparto difensivo, ma non solo.

L’addio di Cossu comporterà una perdita non solo sul piano tecnico, ma anche a livello carismatico. Tu fai parte di quello zoccolo duro con una buona esperienza alle spalle che dovrà provare a non far rimpiangere questa partenza. 

Sì, lo avevo già messo in conto. È  normale che con la partenza di Andrea questa responsabilità sarebbe ricaduta su di me, su Checco (Pisano, ndr), adesso che è con noi anche su Aresti, su Geroni. Insomma, sui giocatori più esperti. Io sono pronto e non vedo nessun problema.

Anche quest’estate l’Olbia ha salutato l’arrivo di diversi giovani provenienti dal settore giovanile del Cagliari: quali possono essere le difficoltà principali che un ragazzo affronta nel passaggio dalla Primavera al professionismo? 

Non devono mai mollare. In Primavera giocavano praticamente sempre, anche perché parliamo oltre che di bravi ragazzi anche di giocatori di qualità. Dovranno essere intelligenti nel gestire i momenti, ci sta di non giocare una o due partite consecutive e lì il giocatore dev’essere tenace, deve continuare ad allenarsi duramente e deve farsi trovare pronto perché comunque, nell’arco di un campionato, gli si presenterà l’occasione per mettersi in mostra. 

Tra i nuovi arrivati riusciresti ad indicarne uno che ti ha colpito particolarmente?

Se devo fare un nome dico Biancu, lo vedo già pronto per questa categoria. Osservando i movimenti e come si allena, fa sempre le cose per bene e con la cattiveria giusta.

È partita da poco la campagna abbonamenti: quale riscontro vi aspettate dal vostro pubblico?

Spero di vedere tanti tifosi allo stadio perché ci danno sempre una grossa mano. Si sa, il tifo ti dà quel qualcosa in più nei momenti difficili e rappresenta una motivazione in più per far bene.

Nella prossima stagione, dopo diversi anni, si rivedrà un derby sardo in Serie C: uno stimolo ulteriore.

Fa piacere che l’Arzachena sia in Serie C perchè comunque è una squadra sarda e conosco anche alcuni ragazzi. Ma sarà un derby e faremo di tutto per vincere.

Per chiudere: anche alla luce della passata stagione, quale può essere la dimensione di quest’Olbia?

Visto come è andata la scorsa stagione, l’importante sarà raggiungere il prima possibile la salvezza. Magari con meno sofferenza. Poi quel che verrà dopo lo metteremo nel sacco facendogli un sorriso.



Stefano Sulis

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