Fabio Aru: “Mi girano le scatole, ma bicchiere mezzo pieno”

Le parole del sardo nel giorno dell’epilogo della Grand Boucle 2017

Fabio Aru con la maglia tricolore al Tour 2017

Fabio Aru con la maglia tricolore al Tour 2017

E’ un Fabio Aru sereno e voglioso di guardare avanti, con una nuova maglia (quella della UAE più che di altre squadre, sicuramente non la Astana), quello che saluta il Tour de France a Parigi. Un quinto posto dopo avere assaggiato la Maglia Gialla e il podio, un anno dopo le difficoltà al debutto. Ventisette anni sono pochi, nel mondo delle due ruote, e due Tour de France con andamento in crescendo lasciano ottimismo, le cose da migliorare non mancano (la tenuta su tre settimane e la costruzione di una squadra adeguata), ma Fabio Aru rimane un protagonista del ciclismo contemporaneo ai massimi livelli. E gli attestati di stima di Chris Froome lo confermano.



“Il bicchiere lo vedo più pieno che vuoto – le parole del sardo riportate da Gazzetta dello Sport – Ma mi girano le scatole perché avrei voluto combattere ad armi pari nell’ultima settimana, e vedere come sarebbe andata a finire. Dobbiamo analizzare le cose con calma. Le aspettative di tutti, comprese le mie, erano cresciute. Ma se prendiamo come punto di partenza il 2 aprile, quando mi sono infortunato al ginocchio, la prospettiva cambia. Da questo Tour vado via con la consapevolezza di essere stato all’altezza dei migliori. Il miglioramento rispetto allo scorso anno è stato grande. Il podio è a 45 secondi, non è tanto. Ma chi mi ha preceduto è stato più bravo e gli faccio i complimenti”.

Sugli avversari: “Froome è andato meno bene che nei Tour scorsi? Beh, ha vinto. Non basta? Non mi ha sorpreso la giornata negativa di Bardet, nei grandi giri può sempre capitare – ha concluso -. Semmai mi ha impressionato, oltre a Uran, Landa, che era reduce dal Giro. Ma io lo conosco Mikel, abbiamo corso insieme, so quanto sia forte”.



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