Ci volevano i francesi per scoprire la Sardegna

La decisione da parte degli organizzatori del Tour de France di rappresentare Fabio Aru con il vessillo dei 4 mori ha generato accesi dibattiti: la nostra opinione

Fabio Aru

Fabio Aru

Ci sono voluti i francesi, con una banalissima vignetta su Facebook, per fare più di quanto abbia mai fatto la Regione Sardegna per rivendicare la propria identità all’interno di uno Stato che ne ha spesso ignorato l’esistenza. Un omaggio a Fabio Aru da parte dell’organizzazione del Tour de France, quello di raffigurare il villacidrese con alle spalle la bandiera dei quattro mori, non accettato e sicuramente non compreso (quale novità) da tanti italiani, che hanno gridato allo scandalo e al vilipendio del tricolore.

Un gesto di estrema sensibilità e rispetto nei confronti di un ragazzo che con quella bandiera è anche salito sul podio più importante della sua carriera (la Vuelta), incurante finalmente della burocrazia e vicinissimo al reale, genuino, senso di appartenenza. Quello che va al di là dello Stato di cui solo sulla carta si fa parte. La Sardegna è oggettivamente un’altra cosa (altra lingua, altra cultura, altre esigenze economiche) rispetto allo stivale italico e dispiace, ma non sorprende, che a capirlo siano stati prima i francesi (forse abituati alle forti correnti indipendentiste della Corsica) degli italiani, gli stessi che rivendicano il “possesso” dei sardi quando sono eccellenti in un qualsiasi ambito e li bollano come “sardi” quando sono banditi, assassini o simili. Ancora una volta hanno posto il livello della discussione sul becero e inutile conflitto campanilistico, ignorando la voglia di autodeterminazione di un’isola che almeno in parte sembra aver preso piena coscienza delle proprie potenzialità e peculiarità.




Il dato più positivo della discussione scaturitasi, infatti, è stato l’alto livello culturale dimostrato da tanti giovani isolani che nei commenti hanno spiegato, con coerenza e logica, i motivi che hanno reso la scelta dell’organizzazione del Tour giusta e sacrosanta, senza rivendicare frivole e false superiorità che spesso sono state le nostre più grandi autoreti. Sbagliato, comunque, incoronare Fabio Aru a paladino dell’indipendentismo. Sport e politica si toccano ma non dovrebbero mischiarsi e il villacidrese, avendo vinto il titolo di campione italiano, correrà giustamente con la maglia tricolore, rappresentando un’Italia che sportivamente parlando l’ha fatto crescere e a cui deve tanto.

Alla Francia un ringraziamento particolare per aver fatto eruttare un vulcano dormiente ma mai del tutto spento. Perché mentre nei palazzi della Regione con i trasporti più ridicoli d’Europa si è appena concluso il G7 sui trasporti, un’altra Sardegna si è riscoperta Nazione senza Stato e, anche se per poco e ancora con poche persone, ha smesso di avere paura.

Oliviero Addis




Commenti Facebook


Facebook
Facebook
Twitter
Visit Us
Follow
Google+
YouTube
Instagram

Lascia un commento