Il cileno appare in palla con la Roja, il Cagliari riuscirà a sfruttarlo e valorizzarlo pienamente?
Ormai ci sono pochi dubbi: la cura Roja ha effetti terapeutici su Mauricio Isla. Rigeneranti. Evidente che nel corso di questa stagione il cileno abbia riservato le proprie recite migliori alla Nazionale sudamericana. Un contesto nel quale l’ex Udinese e Juventus si trova a meraviglia, riuscendo così a esprimere al meglio le proprie qualità.
Prestazioni, quelle offerte con la maglia cilena, che Isla ha replicato a singhiozzo nel corso della sua prima stagione a Cagliari. Prove che talvolta hanno fatto storcere qualche naso ma che hanno diverse giustificazioni. E’ pressoché certo che svolgere il ritiro con i nuovi compagni di squadra avrebbe giovato al suo graduale inserimento nei meccanismi di Rastelli. Arrivato quasi sul gong del mercato, è stato subito gettato nella mischia trovandosi, specialmente nei primi mesi, spaesato e in affanno. Inevitabile, poi, che i continui cambi di modulo abbiano disorientato il giocatore, tradizionalmente più a suo agio da fluidificante “tutta fascia” nel 3-5-2 che tante soddisfazioni diede all’Udinese targata Guidolin, e che i sardi hanno usato solo in alcune sporadiche circostanze. Costretto ad adattarsi a diversi ruoli, Isla non è mai riuscito a dare continuità alle sue prestazioni, pur finendo in crescendo e chiudendo a quota 7 assist.
Le prove offerte alla corte di Pizzi, però, dimostrano come Isla sia giocatore su cui puntare con convinzione in vista della prossima stagione, e che potrebbe anche attirare attenzioni prestigiose da qui alla fine del calciomercato estivo, permettendo così di patrimonializzare, citando il ds Rossi e il presidente Giulini. Deciderà il Cagliari, che ne detiene il cartellino dopo l’investimento sostanzioso del 2016, fonte di certezze in fatto di patrimonio e mercato, ma anche foriero di grandi pretese.
A maggior ragione dopo un anno di rodaggio, Isla può rappresentare un punto fermo in fatto di esperienza, qualità e quantità. Continuità e fiducia – raramente avute nel corso degli ultimi anni – sulle quali fondare la sua seconda stagione a Cagliari. A Rastelli il compito, avendolo a disposizione sin dal ritiro (pur reduce dai sempre molto frequenti impegni con la Nazionale), di sfruttarlo e valorizzarlo al meglio, fondando l’impalcatura tattica anche sulle grandi doti dell’ex juventino. Perché Cagliari non sarà Santiago, ma potrebbe comunque rigenerare la sua carriera.
Stefano Sulis