La nostra analisi al termine della prova iridata isolana
È ormai passato qualche giorno da quando i motori delle WRC non echeggiano più negli splendidi scenari dell’Isola. Una settimana di sana passione per l’automobilismo quella appena trascorsa, caratterizzata da un mix di polvere, bandiere straniere e dei Quattro Mori, grigliate (sì c’erano anche quelle a bordo strada) ed entusiasmo. Il Rally Italia Sardegna dopo 14 edizioni sembra ormai aver raggiunto la sua definitiva maturità con tanti elogi e scarse critiche tra piloti, addetti ai lavori e pubblico.
Le prove: Pochi rally a livello mondiale riescono a proporre 19 speciali impegnative e lunghe, lo dimostrano i continui colpi di scena di questa edizione e i distacchi finali tra i contendenti che non si sono risparmiati sul difficile fondo sterrato della Sardegna. Stage che non lasciano attimi di respiro ai piloti, costretti a mantenere sempre alta la concentrazione per l’intera durata della corsa. Il percorso ben concentrato, come ormai i rally moderni ci hanno abituato, è un altro punto di forza della prova iridata sarda: premiato quindi il sacrificio fatto già dall’edizione scorsa delle seppur belle prove nell’Oristanese e della prova spettacolo del porto di Cagliari, criticata da tutti per il lunghissimo trasferimento. Ancora una volta decisive le prove del Day 2: impossibile rilassarsi tra le stradine dei Monti Acuto e Lerno, lo sa bene (ora anche di più) Hayden Paddon costretto alla resa per la seconda volta consecutiva in Sardegna mentre era in testa. Via libera quindi al veloce e con reto estone Ott Tanak, che festeggia con l’ormai celebre tuffo nelle acque del porto di Alghero.
Il pubblico: La città catalana e Olbia hanno fatto registrare il pienone tra la gente del rally, merito anche delle iniziative collaterali proposte dalla due cittadine che hanno fortemente voluto il rally ancora tra i confini isolani. Numerose le presenze nei parchi assistenza, riordini e alle cerimonie di partenza e arrivo della gara di Alghero. Folto pubblico anche sulle prove con tanti stranieri a fare il tifo per i propri beniamini: bandiere neozelandesi, estoni e finlandesi non sono mancate a bordo strada, con il pubblico che si è comportato in maniera ordinata rispettando i bravi commissari di percorso. Presenti anche iniziative promozionali (molto attivo il Team Toyota Gazoo Racing), mentre un neo è rappresentato dalla poca utilità del Gold Pass durante le speciali della gara, che ha suscitato qualche critica di qualcuno degli acquirenti: un parcheggio riservato a loro nei pressi degli accessi alle prove potrebbe rappresentare una soluzione.
Il futuro: “Sono convito che il RIS sia la gara più bella del Mondiale, ora non bisogna cullarsi sugli allori, ma guardare da subito al futuro”. Questo il commento a caldo del presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani che non perde l’occasione per richiedere ancora un supporto alle autorità: “Alla Regione Sardegna spetta rafforzare ulteriormente il suo appoggio alla manifestazione che è ormai entrata a far parte del patrimonio culturale e sportivo non solo della Sardegna ma dell’Italia intera”. I presupposti affinché il WRC continui il suo matrimonio con la Sardegna sembrano esserci tutti, ma come ogni anno peserà la Spada di Damocle dei finanziamenti delle istituzioni.
Matteo Porcu