Budoni, Cerbone: “Ne ho visto di cotte e di crude”

Il tecnico dei galluresi appena promossi in Serie D commenta la stagione e guarda al futuro

Il tecnico del Budoni, Raffaele Cerbone - Foto: Mirko Aiello

Il tecnico del Budoni, Raffaele Cerbone – Foto: Mirko Aiello

Una grande impresa, quella realizzata dal Budoni, giunto in Serie D al termine degli spareggi nazionali di Eccellenza. Prima il Valle di Tevere, poi il Bozner, una cavalcata trionfale che ha visto il brivido finale, quello dei supplementari dopo una gara pazza contro gli altoatesini. Ma la pronta risalita dei biancocelesti è stata inattesa e fragorosa, con protagonista il tecnico Raffaele Cerbone.




⁠⁠⁠⁠

L’ex centravanti napoletano, ormai sardo d’adozione (“ho girato mezza Italia, ma la Sardegna è il posto migliore dove vivere”) che nell’isola ha costruito la sua vita da allenatore, è da sempre uomo e professionista capace, che bene fa giocare le sue squadre (sfiorò i playoff di Serie D nel 2015) e lavora al meglio col materiale a sua disposizione. Come quello messogli a disposizione dal Budoni. “Abbiamo riscattato la retrocessione dell’anno scorso – dice a L’Unione Sarda – E’ una grande gioia”. Poi però Cerbone spegne gli entusiasmi: “Non so se resterò – continua – è stata una stagione difficile, eravamo in mezzo al deserto per via delle scorie lasciate dalla retrocessione, non c’era un’organizzazione ed era una grande sfida. Non tutti avevano fede nella promozione in Serie D, poi i miei giocatori hanno capito che lavoro e cuore pagano. Abbiamo un’anima, come si è visto nella sfida contro una squadra molto forte e prolifica come il Bozner, che abbiamo affrontato con gravi defezioni difensive”.

Il ritorno immediato in Serie D è un’impresa perché il Budoni, dopo il capitombolo di un anno fa non c’era aria di rilancio. Cerbone lo sapeva bene, ma alla fine ha continuato la sua avventura: “Molti giovani erano andati via (il settore giovanile budonese è da sempre tra i migliori dell’isola, ndr), la società non era definita, abbiamo iniziato la preparazione estiva in nove”. Sul futuro, però, Cerbone è perentorio: “Non ho idea di che ambizioni si possano avere – spiega – Quest’anno ne ho viste di cotte e di crude, non mi era mai capitato in trent’anni di calcio. Domenica è finita una bella avventura, abbiamo reso possibile l’impossibile, non so quello che succederà e non è nemmeno tempo di pensarci. Sicuramente giocatori come Sartor e Caputo è meglio non lasciarseli sfuggire. A me piacerebbe avviare un progetto biennale, se si smantella la squadra ogni anno non c’è crescita per nessuno”.




⁠⁠⁠⁠

La chiusura è sul calcio in Gallura: Olbia e Arzachena in Serie C, San Teodoro e Budoni in Serie D. Si può fare di più? “No – dice Cerbone – andare oltre sarebbe complicato, mantenere queste categorie sarebbe straordinario”.

Commenti Facebook


Facebook
Facebook
Twitter
Visit Us
Follow
Google+
YouTube
Instagram

Lascia un commento