Tra verità a denti stretti e ricordi di un tumulto

Il punto sul Cagliari e le strategie di Giulini dopo la conferenza stampa di addio di Capozucca

Tommaso Giulini, al suo fianco Capozucca e Rastelli

Tommaso Giulini, al suo fianco Capozucca e Rastelli

Si è chiusa tra lacrime, parole al miele con vari destinatari, nostalgia, rimpianti a denti stretti e qualche verità sussurrata che poco ha chiarito su quel che è stato. L’avventura biennale di Stefano Capozucca nelle vesti di direttore sportivo del Cagliari ha un epilogo fatto di grande riconoscenza da parte del tifo rossoblù e un alone di mistero. Tanti i temi toccati, altrettanti i mesi di gestazione della scelta. Certificata lo scorso 10 maggio 2017, data in cui si è disputato il “Trofeo Sardegna” tra Olbia e Cagliari. Quindi la comunicazione ufficiale dopo la disfatta di Sassuolo, definita “inaccettabile”.




LE FOTO DELL’AVVENTURA – Emozioni che non ti aspetti da un vecchio lupo di mare esperto e guascone al passo d’addio. Tra i focus di una conferenza stampa prevedibilmente non banale, la conferma di quanto si è sempre saputo ed era stato maldestramente nascosto nei mesi scorsi. “Il periodo a cavallo tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 è stato il più difficile da quando faccio calcio”, ha detto Capozucca, ammettendo di come il Cagliari anche nella stagione della salvezza tranquilla abbia dovuto fare i conti con tumulti di spogliatoi, richieste di cessione e fronde interne. Cose scritte a più riprese e spifferate, ovviamente respinte al mittente dai diretti interessati, anche quando il tutto era ormai scoperchiato. Una situazione di totale caos gestita non sempre al meglio, ma dalla quale Capozucca e la società sono alla fine venuti fuori con unità d’intenti, almeno di facciata. Quella unità di pensiero che è venuta meno, e ha portato al dividersi delle strade. Con diplomazia e senza ferite, almeno pubbliche. L’immagine più bella, secondo Capozucca, appartiene invece al ritorno da Bari, quando sbarcati all’aeroporto di Cagliari-Elmas i rossoblù neopromossi in Serie A furono letteralmente travolti dall’euforia dei propri tifosi.

IL RITORNO DI COSSU – Sarebbe forse sbagliato dire che il ritorno di Andrea Cossu al Cagliari sia pietra della discordia tra le componenti interne al club. Di sicuro, però, la mossa giuliniana ha destabilizzato, come già lasciò intendere l’allenatore Massimo Rastelli a caldo, ammettendo di non saperne niente fino all’annuncio presidenziale alla stampa. “Non posso rispondere”, ha tagliato corto Capozucca di fronte a specifica domanda su un’eventualità che solo alcuni mesi fa respingeva con un “non so”. Una sorta di operazione nostalgia molto vicina agli ultras, voluta da Giulini e che Capozucca probabilmente non condivideva. Solo il tempo dirà se sia scelta azzeccata o dannosa.

CAPOZUCCA VS RASTELLI – Guai, però, a parlare di dissidi con Rastelli. Il diktat Capozucca vs Rastelli ha animato il dibattito attorno al Cagliari per tutto l’anno, da quando un anno fa, sul finire di un’altra stagione tribolata, si diffuse l’indiscrezione che il dirigente avesse contattato altri allenatori. “Mai fatto – giura Capozucca – Sono un uomo vero e per me Rastelli è sempre stato l’allenatore del Cagliari, ci ho vissuto due anni a stretto contatto, gli auguro il meglio e di rimanere al Cagliari, sono contento di averlo portato fino alla fine della stagione scongiurando un esonero che per un direttore sportivo è sempre sinonimo di sconfitta. Se rimarrà? Da quando si è concretizzato il divorzio non me ne sono più occupato”, ha glissato l’ex Genoa, ora pronto a tornare sulla piazza. “Ma non ho accordi con nessuno”, si affretta ad ammettere.

DIFFERENZE E RAMMARICO – Alla base della fine del rapporto la differenza sui programmi. Guai a confessare quali siano le idee delle parti, ma prendendo per buone le parole sull’allenatore (nelle prossime ore si saprà se sarà ancora Rastelli il nocchiero rossoblù) non si può non pensare alla gestione del patrimonio tecnico. “Vado via per non avere avuto il coraggio di fare alcune scelte”, accenna Capozucca, ammettendo che qualche volta non è riuscito a “mandare via questo o quell’altro”. Retaggio del periodo rovente di cui sopra, e delle quattro sessioni di mercato che ha condotto in rossoblù. Considerazioni forse frutto di un cambio di rotta che il Cagliari potrebbe attuare con l’avvento di Giovanni Rossi nel ruolo di direttore sportivo, accanto a Giulini, Beretta e le altre figure tecniche che si occuperanno del progetto. Una squadra giovane, con la linea verde da valorizzare e le plusvalenze da ricercare, dopo una stagione in cui l’usato sicuro ha comunque pagato, pur non portando spettacolo e solidità (dentro e fuori dal campo)? Può darsi, anche qui a parlare sarà la società in principio di stagione 2017/2018.




IL FUTURO – Ufficializzate le nuove cariche, da Giovanni Rossi al nuovo-vecchio allenatore, sarà tempo di calciomercato, alleanze (vecchie o nuove?), porte girevoli. Continuità o rivoluzione, i due binari per decifrare il futuro di un Cagliari che ha la priorità di conservare la Serie A, senza follie o illusioni, guardando al discorso stadi come linea di orizzonte primaria. Il Cagliari dei Borriello, Padoin, Isla, Bruno Alves e compagnia esisterà ancora, o sarà tempo di un nuovo corso? Capozucca promuove Rastelli, Giulini è d’accordo? La soluzione è dietro l’angolo.

Mattia Marzeddu

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