Le parole del capitano rossoblù dallo Store ufficiale del Cagliari
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Daniele Dessena
Intervenuto davanti ai cronisti nello Store ufficiale del Cagliari nel Largo Carlo Felice, il capitano del Cagliari Daniele Dessena ha spaziato su diversi argomenti che riguardano l’attualità e il futuro prossimo dell’ambiente rossoblù.
“E’ stata un’annata estremamente positiva – dice Dessena – L’obiettivo era quello della salvezza e poi di far qualcosa in più, manca una partita e daremo il massimo per chiudere bene. Per ciò che concerne l’annata, credo sia da giudicare come estremamente positiva per lo staff, la società e giocatori. Ci sono state alcune delusioni, è vero, ma il gruppo col lavoro ne è uscito alla grande. Ci siamo salvati con cinque giornate d’anticipo, penso basti questo. Voci sul futuro? Siamo abituati. Sono voci e chiacchiere, fa parte del gioco. Succede ovunque. Le stiamo vivendo in modo positivo perché il campionato non è ancora finito. Io sono pronto, è stato un recupero positivo – dice sulla sua condizione dopo lo strappo di inizio girone di ritorno -. Ho fatto ciò che dovevo, mi hanno detto anche di rallentare. L’obiettivo – dice – è rientrare al massimo per l’8 luglio. L’addio di Capozucca? Dispiace, abbiamo vinto la Serie B insieme e raggiunto una salvezza in anticipo, questo non lo scorderò mai. Abbiamo ottenuto insieme grandi risultati, io come tutta la squadra lo ringraziamo. Ha fatto il bene del Cagliari. A fine stagione poi si fanno scelte con la massima serenità. E niente, dispiace. Il ritorno di Cossu? Andrea l’ho sempre sentito, fa piacere perché è un amico. La fascia? Ho molto da imparare da Cossu”, afferma il parmense.
Domenica ultima gara al Sant’Elia, prima del galà di chiusura del 1° giugno. “Io ho fatto tutti gli stadi (ride, ndr). Ci ha regalato emozioni – dice Dessena -, soprattutto nelle epoche prima del mio arrivo. È chiaro la nostra casa è sempre stata quello stadio, il presidente ha fatto un passo importante per la città, i tifosi e noi calciatori. Tutti ci meritiamo qualcosa in più, con rispetto per il Sant’Elia. Quello che ho vissuto lì lo porterò dentro, vittorie e sconfitte. Coi ragazzi non ne abbiamo parlato tanto, molti sono arrivati da poco, ma io e Sau lo sappiamo bene. Lì dentro ci sono emozioni che ci hanno fatto gioire e piangere”.
dall’inviato Mattia Marzeddu