Dinamo, Sardara: “Si riparte da Pasquini, Devecchi, Sacchetti e Stipcevic”

Il presidente a 360 gradi su progetto triennale, ampliamento palazzetto e mercato

Stefano Sardara e parte dello staff tecnico (foto: Zuddas)

Stefano Sardara e parte dello staff tecnico (foto: Zuddas)

Intervista a L’Unione Sarda per Stefano Sardara, che qualche giorno fa aveva parlato all’altro quotidiano cartaceo della Sardegna, La Nuova Sardegna. Nelle parole del presidente della Dinamo Sassari un’altra disamina della stagione appena conclusa e lo sguardo al futuro, per un progetto che non a caso si chiama Dinamo 2020.

“Nel futuro vedo una Dinamo con un impianto sportivo che consenta di arrivare al livello di bilancio che ci siamo posti – dice Sardara – E poi mi auguro un club in Europa e al vertice dell’Italia, in una regione e una città che si divertono ancora a vedere pallacanestro”.




Nei giorni scorsi si è registrato un rallentamento sul percorso che dovrà portare all’ampliamento del Pala Serradimigni. “Un percorso lungo – dice Sardara – la burocrazia italiana non è veloce, siamo fiduciosi, entro l’anno verrà aggiudicato l’appalto e in inverno dovrebbero iniziare i primi lavori. Poi, nell’estate 2018 verrà realizzato il grosso dell’attività. Come sapete i fondi vanno spesi entro il marzo 2019”.

Tornando agli aspetti tecnici, Sardara approva le parole di Savanovic (“Ha ragione, ha esperienza ed intelligenza, ha colto le basi del nostro nuovo ciclo e vi ha partecipato”) e analizza cose buone e altre meno dell’annata appena conclusa: “Sotto le aspettative c’è stato il fatto che non avevamo abbastanza atletismo, ma è colpa nostra perché abbiamo sottovalutato alcune cose e sopravalutato altre. Meglio del previsto c’è stata invece la chimica di squadra, sin dal primo giorno. Non abbiamo avuto un gruppo così nemmeno ai tempi degli amici Travis e Drake Diener”, assicura il numero uno di via Nenni.

Individuate in “fisicità e atletismo” le voci su cui lavorare con priorità per la squadra 2017/2018, Sardara guarda anche a come è cambiato il mondo Dinamo da quando si è alzata qualche coppa. “E’ normale non essere più la squadra simpatia da affrontare con una pacca sulla spalla, ora ci affrontano tutti col coltello tra i denti ed è motivo d’orgoglio per noi. Abbiamo tifosi molto esigenti ma ci sta, altri che ne hanno viste tantissime in più di trent’anni, ma lo stile familiare della azienda Dinamo rimane, e ci sarà sempre perché tutti hanno compreso il nostro stile. Nel basket non è come nel calcio, dove se vinci un titolo ti riempiono di soldi, nel basket non ti danno un euro, l’anno del triplete – spiega Sardara – saremmo stati sotto di 50 mila euro se non ci fossero stati gli sponsor, non sarebbero bastati gli incassi”.




Sul mercato: “Si riparte da Pasquini, Devecchi, Sacchetti, Stipcevic, po vedremo il resto. Abbiamo due-tre alternativa di squadra, vedremo quel che riusciremo a fare. L’idea è conservare l’identità di una squadra che difende, avendo più giocatori affamati e ovviamente più atletici. Secondo me l’equilibrio tra difesa e prolificità in attacco non è utopia – assicura Sardara – non è facile quando giochi 56 partite tra Italia e coppe europee”.

La chiusura è per il discorso inerente le seconde squadre in categorie inferiori, come proposto da più parti: “Una squadra di formazione – spiega il presidente biancoblù – è fondamentale per un club. Ha valenza importante. Poi ci sono tante realtà diverse tra A e A2 e quindi non deve essere un sistema, ma una possibilità per chi vuole dotarsene”.

Commenti Facebook


Facebook
Facebook
Twitter
Visit Us
Follow
Google+
YouTube
Instagram

Lascia un commento