“Inutile fingere, sapete tutti di stamattina: per me è il giorno più difficile da quando faccio l’imprenditore”. Non usa giri di parole Tommaso Giulini per descrivere il suo stato d’animo a poche ore dal terremoto che ha scosso la Fluorsid, società che fa capo al patron del Cagliari e finita nel mirino della Procura della Repubblica.

“Oggi sette persone sono finite in carcere. Sette persone che reputo come miei famigliari più che miei dipendenti o colleghi. E’ come se avessero me in carcere. Siamo scioccati, siamo stati svegliati alle 7 con questa cosa inattesa e con i dipendenti portati a Uta davanti agli occhi dei bambini. Avvisaglie dell’inchiesta? Non ne abbiamo assolutamente avute. Dopo aver operato in Sardegna per cinquant’anni nel rispetto di ambiente ed economia locale, non riusciamo a capire come adesso possiamo essere coinvolti in una vicenda del genere. Posso solo dire – ha concluso sulla questione Giulini – che come ho fatto da presidente del Cagliari, anche nella mia attività imprenditoriale ho sempre agito con trasparenza e correttezza. Non ci rimane che aver fiducia nella giustizia, spero di essere sentito per chiarire”.

“Tornando al calcio credo che siamo qui oggi anche per il bel campionato di Serie B dello scorso anno. Così come siamo venuti fuori da quella retrocessione riusciremo a venir fuori ancora più forti dalla vicenda Fluorsid. Ringrazio il sindaco ed il presidente del Consiglio Comunale, questo ci responsabilizza come club e squadra. Dobbiamo fare due stadi importanti, due opere importanti per Cagliari: abbiamo tanto lavoro davanti e continueremo con la stessa determinazione di sempre”.