Il presidente rossoblù: “Tempi lunghi, progetto esecutivo non prima di avere finito Sardegna Arena”
Una conferenza stampa ricca e affollata, come previsioni, quella che ha visto il battesimo della Sardegna Arena, lo stadio che sorgerà da qui a circa quattro mesi (questo l’obiettivo ottimistico della società Cagliari Calcio), che ospiterà la squadra rossoblù dalla prossima stagione sportiva. Al fianco di Tommaso Giulini, il Sindaco di Cagliari Massimo Zedda e il Governatore della Regione Sardegna Francesco Pigliaru (leggi qui il resoconto integrale degli interventi sul prato del “Sant’Elia”, pronto ad andare in pensione dopo le ultime due partite del campionato in corso).
Tra i vari ringraziamenti di rito, gli attestati di stima reciproca per il lavoro svolto (“ancora da completare nei prossimi mesi”, dicono in coro le tre autorità), l’emozione per un altro traguardo, le parole succose sono arrivate dal presidente del Cagliari nel cantiere, dove è stata posata la prima pietra con tanto di benedizione sacerdotale (GUARDA IL VIDEO). Il patron rossoblù, in carica dal 2014, è stato stuzzicato dai cronisti sia sulle tempistiche per vedere realizzato lo stadio Sardegna Arena (leggi qui foto e dettagli del progetto che la cagliaritana Blue Shark e le ditte in subappalto stanno costruendo da un paio di settimane tra l’attuale “Sant’Elia” e il Mercato Civico), ma anche – in particolare dalle nostre domande -, sul progetto per lo stadio del futuro e il sogno di averlo pronto per il centenario.
“Questa è la tappa di un sogno e il miracolo si avvererà tra quattro mesi – ha detto sulla Sardegna Arena -. Non era scontato rimanere a Cagliari e siamo riusciti ad accorciare i tempi burocratici inserendo il progetto dello stadio temporaneo in quello dello stadio. Ringraziamo tutti i lavoratori che lavoreranno giorno e notte per realizzare il sogno di giocare qui la prima del prossimo campionato. Di Cagliari si parla in tutta Europa perché ci sono tanti sardi nel mondo ma anche per le belle storie che abbiamo prodotto quest’anno come quella di Pisacane ma anche quella di Muntari, che condanniamo. Ora partirà il concorso di idee per il logo e la grafica del nome Sardegna Arena. La prima e l’ultima lettera della parola ‘arena’ sono anche quelle della categoria in cui militiamo e in cui vogliamo rimanere a lungo, penso che fino a quando non saranno completati i nostri stadi dovremo pensare a stabilizzarci in Serie A, senza troppi voli pindarici”.
Aperto il cantiere e iniziati in modo serrato i lavori (che andranno avanti 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 da qui ad agosto-settembre), “ci sarà da ottenere l’ok definitivo della Commissione provinciale di vigilanza per l’agibilità. Sappiamo che luglio-agosto è un periodo di ferie per i dirigenti e i tecnici competenti, chiederemo gli straordinari a tutti per arrivare alla meta. Chiederemo di giocare le prime due gare di campionato 2017/2018 in trasferta – dice Giulini – visto che durante la stagione c’è sempre un momento in cui una squadra è chiamata a farlo, noi speriamo si possa iniziare con due trasferte, cosa che di solito non avviene. In questo modo la prima gara casalinga arriverebbe dopo la consueta sosta per le Nazionali e ci permetterebbe di giocare a Cagliari senza andare fuori dalla Sardegna. Altrimenti indicheremo come campo quello del Comunale “Grande Torino” del capoluogo piemontese“, annuncia Giulini, che qualche settimana fa parlò invece di Bologna”.
Nel nuovo stadio ci sarà Massimo Rastelli allenatore? “Oggi sono qua a parlare dello stadio – taglia corto Giulini -, Rastelli ha fatto un grande lavoro. A inizio stagione avevo chiesto ai ragazzi la salvezza entro il 30 aprile e l’hanno ottenuta. Ora abbiamo gare importanti e dobbiamo onorare il campionato, a cominciare dalla trasferta di Napoli che è importante per i nostri tifosi, vista la rivalità coi partenopei e vista la gara di andata (sconfitta per 5-0 al “Sant’Elia” per i rossoblù, ndr). A fine campionato ci riuniremo e organizzeremo il futuro, come fatto l’anno scorso alla fine della Serie B che avevamo vinto”.
Le parole più importanti arrivano in coda, rispondendo ad una nostra domanda: il progetto esecutivo per lo stadio definitivo (che sorgerà sulle ceneri dell’attuale “Sant’Elia”) lo presenterete come sempre detto tra luglio e agosto 2017? “Abbiamo deciso di lavorarci solo dopo aver terminato la costruzione della Sardegna Arena, perché è un iter lungo e tante forze sono impegnate su essa. Le procedure necessarie ci imporranno uno slittamento considerevole sui tempi inizialmente previsti, e credo che prima del 2019 sarà impossibile iniziare a lavorare per il nuovo stadio. Cagliari dovrà avere da qui a 5 anni (2022, ndr) il suo stadio definitivo – ribadisce Giulini, come già detto in conferenza stampa -, sosterremo un investimento di circa 8 milioni di euro in totale per montare e smontare la Sardegna Arena”. Il sogno di avere lo stadio definitivo per il centenario è da abbandonare, chiediamo? “Credo che per realizzare quel sogno non basterebbe Sant’Efisio”, dice col sorriso Giulini, di fatto annunciando in maniera rilevante quella che è una notizia in contro tendenza rispetto a quanto auspicato e sognato sin qui. Il nuovo Sant’Elia, il cui rendering fu ufficializzato a fine 2015, vedrà la luce molto dopo il 2020. Intanto, c’è la Sardegna Arena (guarda qui foto e dettagli).
Chiusura sul caso Muntari, che ha portato i riflettori su Cagliari dopo gli isolati epiteti razzisti di alcuni spettatori nei confronti del ghanese del Pescara. “Mi dispiace per Sulley Muntari, lui e il presidente del Pescara Sebastiani – che ringrazio per la intervista che ho letto stamattina -, sanno che il Cagliari e Cagliari non sono razzisti, certo è che non è bello sentire certi insulti, condannati dalla maggioranza di persone presenti domenica sui nostri spalti”.
Come ci si comporterà con il tifo organizzato nella Sardegna Arena? Ci sarà un nuovo dialogo con gli ultras? “Intanto vediamo cosa si inventano per le ultime due gare casalinghe che ci aspettano, tutti noi vogliamo un clima sano nella nostra casa”.
dall’inviato Fabio Frongia