Durante la gara dei Giovanissimi tra Monserrato e Lanteri
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Ancora uno scandaloso episodio di violenza inerente il calcio in Sardegna, nell’ambito dilettantistico e giovanile. Arriva da Sassari, ed è l’ennesimo di una stagione nera da questo punto di vista, come se la pazzia si fosse acuita presso un ambiente già di per sé guasto sotto molteplici aspetti. Categoria Giovanissimi Èlite regionali, la sfida è tra Monserrato e Lanteri, due importanti realtà del calcio giovanile del Capo di Sopra.
Secondo quanto riporta La Nuova Sardegna, un dirigente della Monserrato, il vice-presidente Cesare Pilia, è stato vittima di una pesante aggressione da parte di un genitore al seguito della Lanteri, procurandosi la frattura di un polso che lo costringerà all’ingessatura per i prossimi trenta giorni. C’è stato bisogno addirittura dell’intervento della Polizia nell’impianto di via Rizzeddu, casa della Monserrato, come conferma il presidente Gianni Falchi al quotidiano sassarese.
«Stavo assistendo alla gara da bordo campo dietro la rete di recinzione insieme a Cesare – racconta Falchi – e ci eravamo sistemati in una posizione un po’ defilata rispetto a quella del pubblico. La gara procedeva in maniera tranquilla (per la cronaca, è terminata sull’1-1, ndc) ed era più importante per la nostra squadra, a caccia di punti salvezza, che per i nostri rivali, purtroppo già retrocessi, e ci dispiace perché si tratta di un’altra società sassarese. A un certo punto ci siamo rivolti all’allenatore della Lanteri, che stava esagerando nel dare addosso all’arbitro, dicendogli di stare più tranquillo. Secondo me è inutile far innervosire questi giovani direttori di gara che avrebbero piuttosto bisogno di collaborazione da parte di tutti».
A quel punto la situazione degenera: «A un certo punto –prosegue Falchi – ho visto questo tizio (poi ho saputo che era il genitore di uno dei ragazzi della Lanteri, una persona normalmente pacifica) arrivare a passo svelto verso di noi. Non credevo che avesse intenzioni violente, invece ha colpito Cesare che non se l’aspettava ed è caduto pesantemente per terra. Io l’ho subito bloccato contro la rete, poi sono arrivate anche altre persone per aiutarmi a contenere l’irruenza di questo signore. Qualcuno ha chiamato la polizia, la persona è stata identificata. E poi si è resa conto di quanto ha fatto e ha chiesto scusa. La partita è ripresa quasi subito».
Importante la chiosa dell’articolo del collega Antonello Palmas, che ricorda come “la dirigenza Lanteri, contattata per telefono, preferisca minimizzare e non rilasciare dichiarazioni”. Silenzio, meglio non accendere i riflettori sulla vicenda e nascondere la testa sotto la sabbia. Intanto questi episodi sono sempre più frequenti, in preda alla follia generalizzata e in barba ai tanti sterili messaggi di sensibilizzazione che non producono effetto. Quello che invece sortirebbero un cambio culturale e una presa di posizione, con provvedimenti seri, da parte degli organi competenti a capo di calcio, politica e società civile.