Le parole del presidente rossoblù alla fine della riunione
Importante riunione in Lega, che ha suscitato qualche contrasto tra i rappresentanti delle squadre di Serie A e il conseguente rinvio dell’elezione del presidente della Lega Serie A: lo stallo permane con diversità di vedute tra big, che vogliono più soldi in nome del bacino di utenza, e piccole che difendono i propri interessi. Tra le 13 rimaste al tavolo dopo l’abbandono di Fiorentina, Chievo, Juventus, Roma, Inter, Milan e Napoli, anche il Cagliari di Tommaso Giulini che dichiara: “A nessuno interessa arrivare a commissariamento della Lega, vogliamo mettere mano allo statuto, è stato fatto un passo avanti”.
«Tredici club hanno approvato e firmato un documento diviso in nove punti – continua Giulini, portavoce delle società rimaste al tavolo -. C’è la volontà di votare un presidente con ruoli di garanzia e un ad che abbia un profilo internazionale, con competenze nel campo economico e del marketing. Esiste la volontà di creare un Consiglio di Lega composto dal presidente, amministratore delegato e 5 membri che siano presidenti di club. Non esiste l’accordo sull’art.19: noi vogliamo mantenere lo status quo e l’attuale paracadute. Sui criteri di ripartizione abbiamo intenzione di adeguarci ai principali campionati europei, le nostre proposte sono ragionevoli. Ora la palla è nel campo delle sei grandi: ci aspettiamo che i dirigenti si confrontino con i loro azionisti. Di certo non abbiamo intenzione di votare il nuovo statuto scorporando l’art 19 dall’accordo».
Le 14 medio-piccole vogliono un presidente di garanzia (potrebbe tornare in ballo la candidatura di Walter Veltroni), un amministratore delegato e un consigliere delegato, con due consiglieri federali che potrebbero anche essere esterni al mondo del calcio. Lo scoglio vero riguarda i diritti tv, da sempre preponderanti per il mondo del calcio italiano: si punta al 50 per cento uguale per tutti, il 30 legato alla meritocrazia e il 20 al bacino d’utenza. Le big, però, non sono assolutamente d’accordo. I grandi club si oppongono anche all’aumento di 20 milioni per quanto riguarda il paracadute.