Il punto sugli intoppi burocratici verso la nuova opera

La pianta dello stadio provvisorio (foto: http://www.sardegnaambiente.it)
Si è improvvisamente annerito il cielo sopra il progetto stadio (in particolare quello provvisorio) del Cagliari, quando ormai si pensava di essere sulla discesa finale verso l’apertura dell’impianto che dovrebbe ospitare i rossoblù per le prossime tre stagioni, in attesa del nuovo Sant’Elia. La bordata, ben poco sibillina, la lanciava il presidente Tommaso Giulini domenica sera dopo Cagliari-Lazio, e con il passare delle ore emergono i dettagli sugli intoppi che stanno interessando l’iter.
Dopo l’ok definitivo del Consiglio comunale alla variante urbanistica, passaggio fondamentale una volta che il Cagliari Calcio aveva deciso di deviare dall’iter ben preciso previsto dalla “legge stadi”, era arrivato il rapido via libera dei tecnici regionali, quindi la pubblicazione sul Bollettino e la presentazione del progetto da parte della società di via Mameli. Tutto entro il 9 marzo, pronti per iniziare i lavori un mese dopo. E invece? “La politica ha dato il suo indirizzo – dice l’Assessore comunale allo Sport Yuri Marcialis a L’Unione Sarda – “Gli uffici amministrativi sono un’altra cosa, stanno valutando quale sia la strada più adatta per raggiungere lo scopo finale: il Cagliari Calcio ha indicato una via, il Comune deve capire se sia quella migliore. La pratica richiede valutazione attenta e scrupolosa”, continua Marcialis, rassicurando perché “i tempi sono nella media, non si può pensare che un documento compilato in un tempo lungo richieda una mattina per essere liquidato”.
CLICCA QUI: Le foto e i dettagli: come sarà lo stadio provvisorio e come cambierà l’area?
Come sempre in questi casi si entra nel conflitto tra esigenze burocratico-amministrative e quelle sportive, con il Cagliari che avrebbe bisogno dell’impianto adiacente all’attuale Sant’Elia entro il mese di agosto, per evitare di dover giocare alcune gare casalinghe nella Penisola. “Non bisogna avere fretta, è giusto che i dirigenti dell’assessorato lavorino nel pieno rispetto delle regole”, avvisa Marcialis.

Yuri Marcialis – FOTO: Zuddas
Secondo quanto scrive L’Unione Sarda oggi in edicola, il cambio di destinazione dell’area dove è previsto sorga lo stadio provvisorio – negli attuali parcheggi lato Distinti, tra stadio e Mercato Civico – imporrebbe un passaggio di competenza dall’Assessorato allo Sport a quello delle Attività Produttive, con la conseguente necessità di una nuova valutazione in merito, e quindi l’allungo e lo slittamento a catena di tutte le procedure, compresa ovviamente quella per il nuovo stadio. Già diverse Commissioni (Patrimonio e Lavori Pubblici) hanno dato l’ok al documento, ora l’Assessorato allo Sport: “Le attività degli uffici non possono fermarsi per risolvere la pratica stadio – spiega Marcialis – la quale è sicuramente molto importante, anche perché nel 2018 scadrà il permesso paesaggistico regionale ed entro quel termine occorre terminare i lavori”.
Insomma, il pessimismo di chi non si fida dei tempi burocratici fino a quando non si aprono cantieri e posano pietre viene corroborato, occorre aspettare che “la migliore strada” venga individuata, trasmettendo così la pratica stadio temporaneo al SUAP, per arrivare finalmente alla fumata bianca. Suddetto organo, per legge, non si può pronunciare prima del 9 aprile, trenta giorni dopo la pubblicazione della variante urbanistica sul Bollettino regionale (B.U.R.A.S.). La normativa prevede poi 90 giorni per indire la conferenza dei servizi, in quanto sono all’oggetto materie di natura ambientale, paesaggistico-territoriale, e su questo aspetto ci sarebbe discrepanza tra la linea proposta dal Cagliari Calcio e quella del Comune, con il pericolo di uno slittamento di tutto l’iter.
Ad oggi la volontà politica sbandierata dalle parti (Comune e Regione) e volta al favorire l’accelerazione delle pratiche è stata rispettata, il Cagliari sa bene di non potere fare troppo affidamento sulla burocrazia, prendendo in considerazione tutte le ipotesi meno felici: dall’esilio di inizio 2017/2018 allo slittamento di un anno di tutto il progetto, abbandonando il sogno di aprire il nuovo stadio nell’anno del centenario, come sempre promesso.
La bomba, prima che da Giulini, era stata lanciata venerdì scorso dall’Assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda: “A oggi al Genio civile non è pervenuta alcuna documentazione, è fondamentale che la società e il Comune presentino le carte”, diceva al Governatore Pigliaru in Giunta. Pronta la risposta smorzante del suo omologo comunale Gianni Chessa, titolare della poltrona dei Lavori pubblici in via Roma: “Non mi risulta ci sia alcun ritardo”, aveva detto, aggiungendo che “l’amministrazione sta facendo tutto ciò che è di sua competenza, nel rispetto dei termini richiesti dalle varie Istituzioni. La società ha presentato i documenti al Suap che a breve li inoltrerà al Genio civile. Sarà mia premura verificare che tutto stia procedendo regolarmente”.
Dopo 48 ore ecco la sortita di Giulini. Semplici schermaglie per rimanere in carreggiata e arrivare a dama, ovvero a posare la prima pietra, oppure qualcosa traballa per davvero?