Il capitano a cuore aperto a tre mesi dalla fine della stagione
Dobbiamo lottare per il decimo, massimo dodicesimo posto. Un mantra che in casa Cagliari si ripete da settimane, con la salvezza in tasca da tempo e gli ultimi tre mesi da onorare al meglio. Si accoda anche il capitano, Daniele Dessena, che a La Nuova Sardegna ha fatto il punto della situazione raccontandosi e raccontando.
«Bisogna alzare l’asticella – dice il centrocampista parmense, titolare inamovibile per Rastelli – Stare nella parte sinistra è fondamentale, per il presidente e per noi, dobbiamo provarci anche se per parlare di salvezza acquisita bisogna aspettare sempre il conforto della matematica».
Dopo il KO interno contro la Juventus, il presidente Tommaso Giulini suonò la carica, invitando la squadra a sbloccarsi in trasferta per tenere una media, appunto, da decimo posto. Detto e fatto, con 4 punti nell’uno-due di Genova e Crotone, che avrebbero potuto essere sei qualora il gol di Ibarbo non fosse annullato sul gong di Marassi. «Bisogna ringraziare il presidente per l’amore che ci dimostra, si è spesso detto orgoglioso di noi e le sue parole ci caricano. In trasferta siamo migliorati, abbiamo lavorato sulle nostre lacune». Da qualche settimana Rastelli ha varato un 4-4-2 dinamico, che vede Dessena nella posizione di interno, ma spesso lo abbiamo visto anche sulla fascia: «Nasco mezzala destra, posso giocare anche al centro in un centrocampo a due – dice – Bisogna solo mettersi a disposizione del mister per il bene del Cagliari».
In casa Cagliari è il momento di Borriello, dopo il super gol al Crotone. «Marco è un calciatore di grande livello. Quella giocata non è casuale, bensì nelle sue corde. È’ arrivato a Cagliari e non si è messo sul piedistallo ma a disposizione del tecnico e della squadra. Ha dimostrato di essere un ragazzo umile, dal quale i nostri giovani devono prendere esempio».
Il futuro è ancora da scrivere, anche se Dessena non si sbilancia: «Per il Cagliari provo amore, senza giri di parole. Voglio chiudere qui la carriera, feci carte false per rientrare al Cagliari dopo la parentesi alla Sampdoria. Stavo male, mi mancava la città, i tifosi, la gente che incontri per strada e ti incoraggia. Sono sensazioni che non vorrei vivere mai più. Qui sono felice». Spazio anche per il grande amico Radja Nainggolan, partito da Cagliari per diventare uno dei migliori centrocampisti al mondo: «Per tre anni è stato mio compagno di camera – ricorda Dessena -, lo conosco benissimo. Sapevo che sarebbe diventato il miglior centrocampista d’Europa. Lo vedevi negli allenamenti che i margini di crescita erano notevoli e aveva potenzialità fisiche fuori dal comune. Sono contento per lui, è una persona generosa, che non si risparmia. È un top player, su questo non ho dubbi. E’ un ragazzo eccezionale, di gran cuore, che sa cosa vuol dire soffrire. È soprattutto una persona sincera. Non è un pregio da poco».
Barella potrà essere il nuovo Nainggolan? «Nicolò sta facendo molto bene. Deve restare sereno e spavaldo – ammonisce il capitano – e non deve cedere alle pressioni. Deve pensare solo a divertirsi e crescere. È un ragazzo che sa ascoltare i consigli dell’allenatore e dei compagni più esperti. Si è ritagliato spazi importanti, ha la fiducia di tutti, deve andare avanti su questa strada. La stoffa c’è ma nel calcio sei sempre in discussione. Lui lo sa».
La chiusura è per un identikit di Giulini: «Una persona seria, modesta, giovane. Che sta svolgendo un grande lavoro e sa ascoltare. Vuole il bene del Cagliari ed ha la giusta ambizione. Un uomo razionale che fa le cose per gradi e mai il passo più lungo della gamba. È arrivato in punta di piedi, ha sempre detto che aveva tanto da imparare, ma ha anche tante idee. Con lui la società ha un grande futuro».