La notizia dell’ultim’ora in quel di Olbia è il silenzio stampa proclamato dalla società. Una disposizione che, come si legge nel comunicato ufficiale, si è resa necessaria per “evitare strumentalizzazioni e speculazioni“. Ma, soprattutto, testimonianza chiara di quello che è un periodo durissimo per i sardi: tre sconfitte consecutive, la zona playoff che si allontana e quella playout che si avvicina drasticamente, da 11 a 6 punti. Si può, insomma, parlare di crisi, sia di gioco che di risultati. Aggravata dalle sconfitte contro Pro Piacenza (in Emilia) e Lupa Roma (in casa), due dirette concorrenti nella lotta salvezza, mentre era più prevedibile quella contro il Livorno, comunque negativa sul piano della prestazione.
Il calciomercato invernale dei sardi è stato piuttosto movimentato e alcune trattative si sono concluse tra lo stupore generale, le improvvise partenze di Carboni e Miceli su tutte. Gli unici saluti attesi erano quelli dei “desaparecidos” Scanu e Auriemma, ma anche i nuovi arrivati faticano a ritagliarsi spazi da protagonisti. Facile, dunque, pensare a una sessione di riparazione deludente e sbagliata, più giusto, sicuramente, attendere ancora qualche settimana prima di giungere a considerazioni affrettate. I vari Iotti, Benedecic, Ogunseye e Ricci avranno tempo per dimostrare di essere un valore aggiunto e probabilmente non è stato il loro scarso impiego la causa di questi risultati negativi.
Ciò che è mancata ultimamente, infatti, è stata la freschezza che aveva spesso permesso all’Olbia di azzannare le partite, costringendo gli avversari a dover fare il massimo per portare a casa punti. Preoccupante quanto il Pro Piacenza e la Lupa Roma abbiano faticato poco per avere la meglio di una squadra molto più avanti di loro in classifica. E il presidente Marino lo sa bene. “Sono rimasto deluso dalla poca intensità” erano state le sue vibranti parole al termine della sconfitta casalinga per mano dei capitolini. Una mancanza di mordente che ha causato soprattutto un calo drastico dei galluresi in fase di realizzazione: appena una rete in tre gare, non molti di più i tiri in porta.
Per quanto il calcio abbia anche una variante psicologica, e quindi non è da scartare il movente che potrebbe parlare di una compagine ingiustamente fin troppo appagata, l’aspetto fisico è ancora primario e sta attualmente tradendo i ragazzi di Mignani. A partire da un Geroni ormai in netto calo, passando per una difesa traballante e concludendo con un attacco sempre meno ispirato. Qualche soluzione il tecnico genovese potrebbe averla già davanti agli occhi, come Muroni pronto e assolutamente in grado di sobbarcarsi il peso della regia, altre invece coincideranno con il ritrovamento della migliore forma fisica, o almeno si spera.
Nessun catastrofismo dunque e il silenzio stampa, seppur con lo scopo di far quadrato in un momento difficile, pare addirittura eccessivo. La Lega Pro è un campionato difficile, notoriamente complesso soprattutto nel girone di ritorno e quella dei bianchi è una flessione prevedibile. Niente è ancora compromesso e le critiche eccessive possono aspettare, ma le speculazioni, se mai ci sono state o ci saranno, potranno essere smentite solo dalla voce del campo. Perché le altre corrono e la prossima partita contro il Piacenza sarà uno snodo cruciale: l’obiettivo vitale è portare a casa punti, per poi, passata la tempesta, ritrovare quello smalto e quella vivacità con cui affrontare la tirata finale verso la salvezza. Una quarta sconfitta consecutiva, invece, complicherebbe notevolmente la vita all’Olbia, considerando la sfida successiva tra le mura della forte Giana Erminio. Inutile sottolineare come, ora più che mai, sarà assolutamente vietato sbagliare.
Oliviero Addis