Rastelli: “Cagliari al 60-70%, conquisterò i critici”

Intervista dell’allenatore rossoblù a L’Unione Sarda.

Massimo Rastelli

Massimo Rastelli

Intervista a 360 gradi per l’allenatore del Cagliari, Massimo Rastelli, che approfitta della sosta per fare il primo punto della situazione dopo quasi quattro mesi di avventura in Serie A, la prima della sua carriera. Sulle pagine domenicali de L’Unione Sarda, il campano ha spaziato dalla crisi che attanaglia i suoi in trasferta alle note positive, guardando ovviamente al futuro, che si chiama Chievo Verona (sabato 19 novembre alle 15, al “Bentegodi”). Più in là, al netto di ogni considerazione più o meno di circostanza, oggi è difficile andare.




In Veneto si farà la conta degli infortuni, sempre di più e sempre più gravi, ultimo ad iscriversi alla lista (ne avrà per un mese almeno) è Panagiotis Tachtsidis, uno dei titolari. Davvero una sciagura senza fini, incredibile anche per il più forte dei pessimisti. “Siamo oltre ogni più rosea aspettativa – dice Rastelli a L’Unione Sarda, riferendosi ai 16 punti ottenuti fin qui – Nonostante tutte le difficoltà incontrate a livello di infortuni, la sconfitta più brutta è sicuramente l’ultima, quella di Torino, in generale contro i granata, la Lazio e la Fiorentina (tre goleade al passivo ndr) l’aspetto psicologico e gli episodi negativi ci hanno condannato”.

Rastelli, da uomo di poche parole e saldi principi, invita a lavorare perché “è l’unica strada che conosco”, e soprattutto mantiene equilibrio. “Non ho avuto paura che Giulini innescasse una rivoluzione dopo Torino – assicura l’allenatore ex Avellino – Sappiamo qual è la nostra dimensione, dobbiamo digerire cinque innesti, tre non hanno svolto la preparazione con noi, Farias non l’ho mai avuto, dopo Ionita e Joao Pedro si sono fatti male Murru e Tachtsidis, insomma nonostante questo siamo oltre l’obiettivo. Non ci esaltiamo e non ci deprimiamo a seconda di un risultato”, assicura Rastelli.

A Cagliari, l’uomo di Torre del Greco, sembra vivere su quel sottile filo dell’equilibrio fatto di amore e critica, di osanna quando i risultati arrivano e critiche feroci quando la squadra perde. Un vai e vieni esistente già nella stagione in Serie B, ma che non turba: “Cagliari mi ha stregato, ho conosciuto persone fantastiche, le critiche poi fanno parte del gioco. Non si può piacere a tutti, certe critiche mi danno cariche, ma ci sono molti che apprezzano l’uomo e la persona”, sentenzia, prima di tornare su questioni di campo: “Avrei voluto i nuovi acquisti sin dal primo giorno, non è facile fare acquisire concetti in corsa, normale che qualche obiettivo di mercato non arrivi (riferimento a Rincon e Mati Fernandez ndr), ma così avviene per tutti”.




Rastelli, come è normale che sia, è finito sulla graticola ad ogni risultato negativo. Lui ribadisce come “nella sconfitta sto male, non amo prendere tiri in porta e su questo martello sempre anche in allenamento, figuriamoci quando subisco tante reti… Comunque sono autocritico e mi chiedo dove ho sbagliato”.

E a chi parla di ultimatum in vista di Verona risponde: “Ho vinto tre campionati, a Cagliari dovevo vincere per forza e l’ho fatto, ad Avellino per due volte ho sfiorato la promozione in Serie A, il passato e il percorso sono importanti. Sono contento che Giulini apprezzi il mio lavoro e abbia speso parole precise su di me e la mia storia”.

Si passa poi a parlare dei singoli. “Isla? Rendimento altalenante, gli piace fare il terzino ma da mezzala ha reso meglio perché ha meno ansie difensive. Dessena? Gli alti e bassi sono normali, ha esperienza per gestirli. Borriello? E’ vero che ama i palloni serviti addosso, quando difendi basso puoi avere più servizi nello spazio, io cerco di preparare varie soluzioni per valorizzare le caratteristiche dei giocatori. Sau? Tutti gli allenatori lo vorrebbero, sente fin troppo la maglia che indossa, a Torino ha fatto l’ala fermando Zappacosta, segno del suo spirito di sacrificio. Storari? Non penso a farlo riposare, ha tanto credito per quello che ha dato e fatto, sostenendo lui si sostiene il Cagliari”.

A gennaio il mercato di riparazione darà al Cagliari soprattutto gli infortunati di lungo corso: Ionita, Joao Pedro oltre a Murru, Tachtsidis e Farias, appena rientrato in campo. “La sosta ci penalizza, avrei voluto tutti a disposizione per lavorare, io penso che questa squadra sia al 60-70% e in queste condizioni ha fatto 5 vittorie e 1 pareggio, non male pensando agli infortunati e all’aver dovuto inserire gradualmente i nuovi”.

La chiusura è per i tifosi, tutti: “A chi ci sostiene dico che quando siamo in casa ci danno una grande carica e ci responsabilizzano, siamo pronti a ripartire perché le sconfitte ci hanno rafforzato. A chi non mi apprezza dico che gli farò cambiare idea”.

 

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