Stadio Cagliari: dopo variante strada ancora lunga

Tanti passi da compiere: il punto su tipologia di impianto, tempi e nodi da sciogliere.

Lo stadio di Cagliari nel rendering preliminare di dicembre 2015

Lo stadio di Cagliari nel rendering preliminare di dicembre 2015

Slitta a mercoledì 9 novembre il voto del Consiglio Comunale sulla variante urbanistica al PUC per quanto riguarda l’area del Borgo Sant’Elia, Su Siccu, San Bartolomeo e le aree pertinenziali dello stadio “Sant’Elia” di Cagliari. Oggi, infatti, è il giorno dell’esame finale della Commissione Urbanistica (non vincolante, perché dopo 15 giorni dall’inserimento all’ordine del giorno del Consiglio l’assemblea può approvare comunque la delibera), dopodiché si andrà in via Roma. La seduta odierna non riuscirà a espletare oggi, e allora ci sarà bisogno di rimandare a mercoledì 9 novembre. Il rallentamento degli ultimi giorni è dovuto alla richiesta di delucidazioni da parte del PD: “Niente ostruzionismo”, assicura l’Assessore all’Urbanistica Francesca Ghirra, anche se il sentore di qualche malumore interno c’è: perché un politico dovrebbe avere a cuore, a questo punto dell’iter, nuovi chiarimenti su questioni prettamente e strettamente tecniche?




Come indicato dalla dichiarazione di pubblico interesse del Consiglio dello scorso 6 aprile 2016, la approvazione preventiva della variante urbanistica è necessaria per la “realizzazione di tutte le tipologie di attività commerciali previste nella proposta”, si legge nella relazione tecnica istruttoria redatta. Interessante apprendere quelle che saranno le caratteristiche fondamentali del nuovo impianto, che la società rossoblù vorrebbe inaugurare nella stagione del centenario (2019/2020, impresa non da poco viste le tempistiche).

Nella superficie dove oggi sorge il vetusto “Sant’Elia”, si realizzerà infatti “un nuovo impianto da 21.000 posti, un’area commerciale, parcheggi e strutture di allenamento”. Inoltre, l’impianto è “pensato per ospitare eventi di ogni genere, manifestazioni calcistiche, eventi sportivi non calcistici, concerti (se si troverà il modo di non danneggiare il manto erboso, ha ricordato il consigliere del Cagliari Calcio Stefano Signorelli ndr), altri eventi di intrattenimento, comprende diverse strutture dedicate a servizi (fan shop, un museo, un ristorante, un hotel, uffici per la gestione del club e dello stadio, uno sport bar ed una’area dedicate alle famiglie ed ai bambini, sale conferenze) utilizzabili anche nei giorni in cui non si disputano partite”.

E ancora: “Un luogo attivo, in grado di attrarre visitatori 365 giorni l’anno; è prevista un’area di circa 15.000 mq destinata a negozi, uffici, spazi per il tempo libero, così da costituire un’importante attrattiva per l’intera città e la sua area vasta, quale ambito idoneo a ospitare attività sportive, ricreative e per il tempo libero, con annesse attività commerciali e terziarie di supporto. Nel nuovo impianto, oltre ai servizi strettamente sportivi, è prevista la realizzazione di locali commerciali per una superficie complessiva superiore a 13.300 mq, tra cui una grande struttura di vendita di circa 4.500 mq per articoli sportivi e diverse attività commerciali, inferiori ai 2.500 mq, destinate alla vendita di elettrodomestici e Hi-Fi, abbigliamento, calzature, oltre a negozi tradizionali e attività di ristorazione”.




L’approvazione della variante urbanistica è passaggio fondamentale per cambiare la destinazione di un’area fin qui adibita al solo svolgimento di manifestazioni sportive. Uno dei punti da sempre oggetto di discussione è quello legato al commercio. Le famose lobby dei commercianti che si mettono di traverso, una parte politica che invita a non esagerare, l’altra che rassicura come non ci sarà la grande distribuzione alimentare a disturbare le altre attività cittadine.

Visto che uno dei temi caldi presso l’opinione pubblica (in particolare i tifosi) resta quello della capienza individuata, è bene ricordare come il tutto sia legato anche (e soprattutto) all’aspetto commerciale, fondamentalmente ciò che riguarda le risorse con cui finanziare e sostenere il nuovo stadio. In tanti invocano una capienza superiore ai 21 mila spettatori indicati nelle delibere e nelle parole di Signorelli (“aumentati” a 24 mila in una delle recenti interviste di Giulini), in nome di ambizioni rossoblù da non mortificare. Senza voler parteggiare per l’una o l’altra soluzione, è bene rilevare come in buona parte gli stessi non facciano i conti con il fatto che si tratti di qualcosa di più complicato rispetto ad un semplice “aumento di seggiolini”. Il costo (anche della gestione) lievita infatti in maniera esponenziale, non lineare, e la manutenzione annuale incide per circa il 10% del costo iniziale.

Intanto, nella relazione tecnica si invita a valutare “la possibilità di ridurre al minimo possibile la superficie commerciale, compatibilmente con l’equilibrio del Piano economico e finanziario dell’intervento”, oltre ad attivare “tutti gli interventi per sviluppare nuove connessioni pedonali tra l’area dello stadio ed il quartiere di Sant’Elia”, in un’ampia ottica di riqualificazione che nel lungo periodo (ci si augura) potrà coinvolgere anche A.R.E.A. per conoscere davvero una nuova e luminosa era in quella che è una delle zone più belle di Cagliari.

Ribadendo (come avevamo fatto nei giorni scorsi – LEGGI QUI) che il preciso iter sulla legge sugli stadi è al momento sospeso per via della decisione di subordinare la presentazione del progetto definitivo da parte del Cagliari Calcio all’approvazione della variante urbanistica, non resta che aspettare gli ok da Commissione e Consiglio. Sarà quindi il tempo (60 giorni) delle osservazioni in merito, da esaminare e votare in Consiglio prima di passare la procedura alla Regione e poter (se arriveranno tutti i benestare amministrativi) finalmente aprire il cantiere dello stadio provvisorio: impianto da 16 mila posti, 10 milioni di euro il costo, sito dove oggi sorgono i parcheggi dei Distinti. Dove giocare (si spera) solo le prossime due stagioni sportive, prima di mettere piede nel nuovo impianto.

CLICCA QUI – La relazione tecnica integrale

Fabio Frongia

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