Isla: “Sono un terzino destro. Cagliari, divertiamoci!”

Il cileno è uno dei pilastri rossoblù

Mauricio Isla in azione (foto: Gianluca Zuddas)

Mauricio Isla in azione (foto: Gianluca Zuddas)

La sua stagione a Cagliari è iniziata e (per ora) prosegue su ideali montagne russe, tra buone prove e passaggi a vuoto, e il giudizio su quanto fatto nei primi mesi in rossoblù rimane per forza di cose in sospeso. Mauricio Isla, però, resta uno dei punti fermi della squadra di Massimo Rastelli, settima in classifica e pronta alla doppia trasferta di Torino (in casa granata) e Verona (sponda clivense).




“Sono venuto a Cagliari con grande entusiasmo – dice il cileno in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport – Voglio impegnarmi al massimo per permettere alla società di raggiungere l’obiettivo fissato”. Modestia e piedi per terra non sono mai mancati all’ex Juventus, che proprio sull’esperienza bianconera si era espresso ammettendo che, forse, la dimensione della Vecchia Signora per lui era troppo. Considerazione confermata (“Due anni fantastici, forse non sono stato all’altezza di alcuni campioni”), prima di sposare il Cagliari. Fondamentale, a suo dire, avere ritrovato gente come Storari, Borriello e Padoin, compagni scudettati in bianconero: “Ma ho conosciuto con piacere anche Bruno Alves, mentre con Joao Pedro, Rafael e Farias ci ritroviamo spesso”. Colonia sudamericana, un grande classico.

Isla, in attesa di capire se renda meglio da terzino destro o da mezzala destra, non si sbilancia sul futuro (“Io qui a lungo? Faccio un passo alla volta”), sa bene che “ottenere risultati porterebbe alla crescita di squadra e ad attirare nuovi campioni”, e vola basso in fatto di obiettivi: “Salvezza, e poi non vediamo l’ora di divertirci coi tifosi. Il direttore (Capozucca ndr) mi ha convinto con progetto ambizioso e stadio nuovo, mi mancavano cibo italiano e amici”.

Per Isla, Giulini e Agnelli si assomigliano perché “sono entrambi giovani e ambiziosi, per un giocatore è fondamentale sapere di avere alle spalle gente così, al di là che si tratti di grande o piccola squadra. Nessuno si aspettava che fossimo così in alto a questo punto della stagione”.




Sull’enigma inerente il ruolo: “Sono nato terzino destro e mi piace giocare lì, come in Nazionale, ma se posso dare una mano in mezzo lo faccio volentieri”. E su Rastelli: “Ti parla sempre in faccia, sia quando devi giocare sia quando ti deve mandare in panchina, so che mi ha voluto fortemente e questo non può che farmi piacere”.

La chiusura è per il Torino (“E’ al livello di Lazio e Fiorentina, ci vorrà molta attenzione”) e per le favole che sembrano caratterizzare il Cagliari 2016/2017: “Quella di Pisacane è incredibile, vederlo in allenamento o in partita ti dà una carica contagiosa”.

Commenti Facebook


Facebook
Facebook
Twitter
Visit Us
Follow
Google+
YouTube
Instagram

Lascia un commento