Cagliari, sei senza difesa

23 gol incassati in 10 partite: fase difensiva rossoblù con poche certezze.

cagliari-roma (15) bruno alves

Nel calcio i numeri non sono tutto, ma spesso riescono ad incorniciare pregi e difetti di una squadra. Specialmente in un calcio tattico e analitico come quello italico, dove si cerca di limitare il più possibile la componente di casualità. Ecco perché i dati relativi alla fase difensiva rossoblù fanno suonare più di un campanello d’allarme ad Asseminello. 23 gol subiti, due in più del derelitto Crotone, che regalano al Cagliari la palma di squadra più perforata dell’intera Serie A. La porta di Storari è rimasta inviolata solo in una circostanza (contro l’Atalanta) mentre nel 60% degli incontri giocati i rossoblù hanno incassato due o più reti.

Numeri, questi, passati fin qui sottotraccia grazie alla prolificità di un reparto offensivo capace di regalare punti e vittorie alla causa. Ma è sufficiente una giornata storta di Borriello e dirimpettai per mettere a nudo questa lacuna. Problemi che ci si trascina dietro dalla passata stagione e altri ai quali non è stata data una risposta, dopo dieci giornate di esperimenti e tentativi.




Il primo equivoco non è legato ad un difensore, ma a quel Davide Di Gennaro protagonista della cavalcata della passata stagione. Un campionato, quello di B, nel quale il Cagliari ha fatto valere il proprio tasso tecnico superiore, soprassedendo talvolta agli equilibri di squadra. Equilibri che hanno presentato il conto in Serie A, facendo notare come Di Gennaro sia insostenibile per questo Cagliari se piazzato davanti alla difesa. La soluzione Tachtsidis, adottata dopo le prime tre giornate (e 7 gol incassati) ha dato così uno schermo più affidabile davanti alla difesa, nonostante la proverbiale lentezza del greco. Quando l’ex Roma va in difficoltà, però, surclassato sul piano del dinamismo, il suo apporto risulta del tutto fumoso, lasciando la retroguardia rossoblù sguarnita.

Mauricio Isla, molto deludente contro la Lazio (foto: Gianluca Zuddas)

Mauricio Isla, molto deludente contro la Lazio (foto: Gianluca Zuddas)

Un altro equivoco evidente dopo i primi tre incontri è legato a Mauricio Isla: battezzato come terzino destro, nonostante un’applicazione difensiva che si potrebbe definire scostante. L’inserimento di Pisacane alle sue spalle ha parzialmente tappato la falla, ma è evidente come i due abbiano bisogno di assistenza reciproca. Il campano, infatti, necessita dei puntuali raddoppi dell’ex Udinese: se questi mancano – come capitato spesso nelle ultime due uscite – si soffre, e non poco. Più stabile, invece, la fascia sinistra, dove Murru ha potuto giovare della sapienza tattica di Padoin.

Capitolo centrali: Bruno Alves e Luca Ceppitelli condividono i problemi chiamati velocità e continuità. Per quanto riguarda il primo aspetto, il portoghese e l’umbro soffrono in maniera lampante gli avversari sguscianti che, non a caso, contro il Cagliari emergono giocando partite ben oltre la sufficienza. Discorso continuità: i due alternano partite impeccabili ad altre in cui appaiono totalmente svagati, dando luogo ad amnesie evitabili con attenzione e cattiveria. Accettano l’inerzia della gara, e quando questa appare compromessa tirano i remi in barca. Emblematico, in tal senso, il quarto gol laziale, con la difesa piantata e Bruno Alves che si gira come un novellino qualsiasi. Alle loro spalle scalpita Capuano, non è da escludere che Rastelli ci faccia un pensiero in vista del Palermo.




Così come non era tutto perfetto all’indomani del trionfo di San Siro, è altrettanto vero che sarebbe eccessivo lasciarsi andare al disfattismo in questo momento della stagione. I numeri lasciati in eredità da queste prime dieci giornate di campionato, però, devono far riflettere. 13 punti sono fin qui un buon bottino in ottica salvezza – considerando anche che le rivali non corrono – ma sottovalutare i problemi, giustificandoli dietro alibi di vario tipo, ha “apparecchiato” gli ultimi 180′ del Cagliari. La classifica non è pressante, si può e si deve, quindi, porre rimedio: simili prestazioni sono indifendibili.

Stefano Sulis

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