Tredici punti in classifica, posizione stabilizzata nella parte sinistra della graduatoria. Espugnato ancora una volta lo stadio “San Siro” sponda interista, in quest’occasione con un 2-1. “Sogno o son desto?”, si chiede oggi il tifoso cagliaritano. Tutto vero! Il ritorno di Federico Melchiorri sembra aver investito il Cagliari di magia, ricoprendo la formazione isolana di un’aura dorata e fatata. Non solo: proprio il centravanti marchigiano al momento pare avere il tocco di Re Mida e tutto ciò che tange si trasforma in oro, anche quando non vuole calciare verso la porta. Lo sa bene la Sampdoria, ne è ora conscia l’Inter.

Il Cagliari esulta, è a ridosso dell’Europa
LE INTUIZIONI – Massimo Rastelli lo aveva ammesso nella conferenza stampa pre-Inter, seppur a microfoni spenti. C’era una sorpresa nel carniere delle scelte da operare per la gara del “Meazza”. Ecco che il tecnico campano ‘siede’ Borriello per inserire Melchiorri. E ha ragione lui. Il numero 9 rossoblù dimostra di avere l’argento vivo addosso, ha recuperato bene dall’infortunio e disputato 90′ minuti di puro sacrificio; un primo tempo complesso, in cui cercava di ripiegare per dare una mano ai compagni arroccati nel fortino. La seconda frazione è storia. Anche l’allenatore di Torre del Greco sembra dotato dello stesso potere del calciatore di Treia: inserisce Borriello e toglie Sau. L’attaccante campano si dimostra prezioso nel tener palla, facendo salire la squadra e mettendo ancor più in difficoltà un’Inter già fragile di suo. La formazione nerazzurra crolla.
DIFESA SUPER – I centrali di difesa cagliaritani sono stati a dir poco poderosi. Bruno Alves e Ceppitelli non hanno praticamente mai perso i duelli aerei, mettendo la museruola a Icardi. Sugli esterni, qualcosa da rivedere: Murru e Pisacane iniziano la partita in netto affanno. Perisic e Candreva fanno impazzire i due con dribbling e accelerazioni continue, oltre alla miriade di cross (perlopiù imprecisi) prodotti. I due rossoblù riescono a prendere le misure col passare dei minuti: in particolare, l’ex Avellino riesce via via a contrastare sempre meglio il diretto avversario croato, non disdegnando inoltre delle discese che lo portano addirittura a sfoggiare colpi di tacco e movimenti senza palla non propriamente del suo repertorio. Anche il terzino selargino gode della crescita della squadra nella ripresa, mostrando qualche incoraggiante affondo, aiutando i propri compagni ad allargare le maglie nerazzurre e coprendo efficacemente il campo.
L’ATTEGGIAMENTO – Il primo tempo rossoblù ha fatto vedere una bella fase difensiva, con i padroni di casa che non hanno mai creato dei veri e propri pericoli. Storari non ha compiuto alcun intervento fuori dall’ordinario e l’undici di De Boer, nonostante la prorompente e feroce spinta sulle fasce, non trova alcun collegamento nel corridoio centrale. Icardi costantemente coinvolto in una lotta numericamente impari col duo centrale del Cagliari, oltre a un Banega libero di agire su tutto il fronte, pur mancando costantemente l’appuntamento a rimorchio. Non è dunque tutto rose e fiori: siamo sicuri che il Cagliari visto nei primi 45′ abbia destato in tutti qualche perplessità. Un vero e proprio pullman marchiato coi Quattro Mori, quello piazzato dal club isolano. All’Inter sarebbe forse bastato azzeccare una conclusione da fuori o anche solo realizzare quel calcio di rigore per cambiare la storia della partita.
TAPPE FONDAMENTALI – Ora arriva la Fiorentina, poi si va all’Olimpico con la Lazio. Sono due tappe importantissime per il prosieguo della stagione del Cagliari che entra nel vivo del suo trittico di partite sulla carta contro pronostico. L’Inter è passata e superata brillantemente, ora di nuovo nel fortino del Sant’Elia, dove solo la Roma ha strappato un pareggio, a fronte di tre vittorie. L’obiettivo dichiarato era quello di fare tre punti in tre gare, la missione è già compiuta. Ora perché accontentarsi? Rastelli e i suoi possono (e devono) rilanciare, giocando ancora con più coraggio e senza timori di sorta. Anche perché, si sa, la fortuna aiuta sempre gli audaci.
Mattia Marzeddu
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