Moratti: “Giulini passionale, Rastelli bravissimo”

L’ex patron dell’Inter guarda da vicino al mondo Cagliari

Massimo Moratti in un momento di gioia interista

Massimo Moratti in un momento di gioia interista

Qualcuno sostiene che dietro (o al fianco?) di Tommaso Giulini e dell’attuale management a capo del Cagliari ci sia lui, altri si limitano a ricordare il legame tra la sua famiglia e la Sardegna. Lo Scudetto del 1970, ma anche e soprattutto la Saras, una delle più grandi raffinerie d’Europa, imponente nel sud dell’isola, a Sarroch.

Per Massimo Moratti Inter-Cagliari non è e non sarà mai una partita normale, fatta di ricordi e cenni storici, curiosità e tanti legami. “L’Inter resta la squadra del cuore”, dice a L’Unione Sarda, anche se il padre Angelo fu l’artefice (non solo economico) dello Scudetto rossoblù. Le partite nella mente sono “quelle con Gigi Riva in campo” (il 3-1 sardo al “Meazza” dopo il tricolore fu strabiliante e portò Mazzola e soci a supplicare di fermarsi ndr), con la mente che corre a “Manlio Scopigno, davvero geniale”.

Il presente parla di un Massimo Rastelli che “mi sembra un allenatore bravissimo”, dice Moratti. Il passato prossimo, invece, racconta di Zdenek Zeman quale primo nocchiero dell’era Giulini: un vecchio pallino morattiano, ma dietro il boemo ci fu solo la volontà di Giulini: “Mi spiace non averlo preso quando arrivai all’Inter (1995 ndr), ma non lo consigliai io al Cagliari, dove fu sfortunato”.

L’identikit di Giulini è presto tracciato: “Un passionale – dice Moratti – Vuole fare bene e ha fiducia nel territorio e nelle persone, Stefano Filucchi (vice-presidente e da sempre molto vicino a Moratti ndr) è un grande professionista che al Cagliari può dare tantissimo”.




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