Aumento della capienza, variante urbanistica, area commerciale, problemi politici: Cagliari e il Cagliari verso il nuovo stadio
La notizia del giorno in casa Cagliari è l’annuncio del presidente Tommaso Giulini su quella che sarà la capienza del nuovo stadio: “Spenderemo un po’ di più per arrivare a 24mila spettatori”, ha affermato, parlando di una spesa complessiva che lieviterà dai 55 milioni di euro previsti ai circa 60 dichiarati oggi. Una sorta di via di mezzo tra i 21mila, definiti a più riprese ideali per via delle indagini effettuate da due anni a questa parte, e gli almeno 30mila che in tanti auspicano giudicando uno stadio troppo piccolo alla stregua di un soffocamento delle ambizioni rossoblù.
Il primo aspetto quando si parla di capienza – e l’ha fatto notare giustamente Giulini -, è l’aumento della spesa da sostenere. Nelle precedenti indicazioni si parlò di una cifra tra i 1000 e i 2000 euro per posto a sedere, calcolando 2000 per 3000 “sedie” aggiunte si arriverebbe quindi a 6 milioni, portando appunto il costo complessivo a 61 milioni, in linea dunque con le parole dell’imprenditore meneghino.
QUANTO COMMERCIO? – Come finanziare il tutto è, in tutte le cose, la questione cruciale, e l’aumento della capienza si lega da sempre al discorso economico e politico, visto che le dimensioni dell’area commerciale hanno da sempre costituito oggetto di caldo dibattito. “Per il finanziamento e l’ammortamento della struttura – si era detto in passato – servirà un’area commerciale coerente con la capienza”. Giulini, senza entrare nel dettaglio del finanziamento, oggi ha parlato di “debito bancario, cessione di spazi commerciali a dei naming rights (sui quali si dialoga ndr) e metà ricavata da risorse nostre e del costruttore”.
CACCIA AL “NOME”… – Giulini non si sbilancia in percentuali del finanziamento, e potrebbe darsi che il discorso sia prematuro, nel senso che un determinato investitore interessato a legare il suo nome al progetto possa cambiare le carte in tavola rispetto ad un altro meno appetibile, magari in grado di effettuare uno sforzo economico inferiore. I discorsi, comunque, sono attivi da tempo.
POLITICA IN AGGUATO – Intanto capire se sia necessario aumentare le cubature dell’area commerciale diventa un aspetto centrale e da affrontare prossimamente, che rischia di far sobbalzare la politica, da sempre attenta al tema. La stessa politica dalla quale il Cagliari si aspetta (e questo non è un mistero) un passo avanti decisivo: l’approvazione della variante urbanistica, per procedere nell’iter che vedrà il montaggio dello stadio provvisorio affianco a quello attuale avvicinandosi ulteriormente al nuovo, definitivo stadio.
LA LEGGE PARLA CHIARO – Sì, perché se il Cagliari presentasse il progetto definitivo (per il quale occorre un investimento non da poco) e ottenesse la dichiarazione di pubblica utilità dal Comune le porte si aprirebbero definitivamente, come vuole la legge sugli stadi, con l’automatica approvazione della variante al PUC. A quel punto è probabile che le polemiche politiche sul fatto di avere trovato l’escamotage per trasformare l’indirizzo dell’area di Sant’Elia (da esclusivamente dedicata ad impiantistica sportiva ad area commerciale) diventerebbero realtà, peraltro ampiamente prevista. Il club rossoblù, sostanzialmente, dialogando con via Roma e attendendo la variante, sta effettuando un passaggio in più, tutelando sé stesso ma chiarendo ulteriormente quelle che sono le sue intenzioni.
BANDO ALLE SORPRESE – Il Cagliari, alla luce della spesa da sostenere per avere in mano il progetto definitivo (nei giorni scorsi, come vi avevamo annunciato, il responsabile marketing Passetti si è recato in Olanda, e l’annuncio dell’aumento della capienza potrebbe essere uno degli effetti del viaggio), non può permettersi di trovarsi la strada sbarrata dalla politica in un secondo momento. Ecco perché Giulini e soci vogliono certezze dalle istituzioni, come invocato ormai da mesi.
TUTTO IN BALLO – La variante al PUC non è questione semplice da affrontare, implicando numerose e dettagliate verifiche tecniche, e riguarda sia la questione stadio provvisorio sia quella del gioiello che sorgerà sulle ceneri del vetusto Sant’Elia. La vicenda dello stadio di Cagliari, ammesso che si fosse mai raffreddata, torna dunque a scaldarsi progressivamente. Costi, politica, area commerciale, ce n’è abbastanza per tenere gli occhi aperti e aspettare novità.
Fabio Frongia
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