Non c’era bisogno della vittoria contro il quotato L’Aquila per certificare che l’Arzachena fosse una realtà tra le più accreditate del girone G di Serie D, ma il 2-1 firmato dal solito doppio graffio di Andrea Sanna ha lanciato in quota gli smeraldini. Primo posto solitario, qualora servisse un’altra stilla di eccellenza per una squadra che da tre anni vive sopra le righe. O forse no, visto che se tre indizi fanno una prova un triennio potrebbe mettere nero su bianco il salto di qualità di Bonacquisti e compagni.
La vittoria sugli abruzzesi (una delle tante parziali delusioni di inizio stagione) vive una volta di più sul talento fuori categoria del bomber oristanese, ma la partita del “Pirina” ha detto anche molto altro. Intanto è tornato sugli scudi il portiere Ruzittu, miracoloso e determinante per portare i tre punti in casa Giorico, ma i novanta minuti hanno mostrato una volta di più come il tecnico possa contare su molteplici armi. Senza dimenticare come non abbia praticamente mai avuto a disposizione Branicki, prima infortunato e ora squalificato (tre giornate, una già scontata), costringendo Nuvoli a fare (bene) il lavoro di raccordo tra mediana e Sanna.
Guaita è calciatore in grado di abbinare sacrificio, velocità e qualità nelle giocate, lasciare fuori uno tra La Rosa, Brack e Sbardella (domenica è toccato a questi, con il primo al centro della difesa) è un vero lusso, mentre si è rivisto Petrone sulla destra difensiva in luogo di De Masi. Ruzittu ha blindato una vittoria con tanti padri, ma comunque figlia di un’idea ben precisa. Quella votata all’essenzialità “made in Giorico”, scheletro noto ma non per questo facile da fronteggiare, strutturato su basi granitiche. La Rosa, Brack, Sbardella, Bonacquisti, Nuvoli, Branicki, Sanna, Guaita: a costo di essere ripetitivi, bisogna senza troppi sforzi sottolineare come l’ossatura sia di quelle davvero in grado di stare lassù. E per l’Arzachena non è più una novità.
Fabio Frongia