Anche La Spezia scopre Mastinu

Intervista esclusiva con l’attaccante sassarese che racconta l’inizio della sua avventura in maglia bianconera

Giuseppe Mastinu con la maglia bianca dello Spezia (foto: A. Andreani - Spezia Calcio)

Giuseppe Mastinu con la maglia dello Spezia (foto: A. Andreani – Spezia Calcio)

L’aveva intuito già dall’inconsueto allenamento domenicale. “Sì, sta arrivando il mio momento ha pensato tra sé e sé. Alle spalle un fastidioso infortunio al tallone risalente alla partita di Coppa Italia con l’Udinese. Davanti a sé, a due giorni di distanza, l’esordio in Serie B. Stadio Provinciale di Trapani, la maglia numero 26 dello Spezia porta su di sé il nome di un ragazzo di Sassari. Giuseppe Mastinu e un sogno che si avvera. Lo incontriamo proprio a Sassari, dove è rientrato a trascorrere qualche giorno dopo le fatiche e le gioie di questi intensi giorni di brividi, gol sfiorati, assist e corse a perdifiato. Ci accoglie al Black Pearl con gli inseparabili Nico e Ally, i suoi due bulldog francesi. Quasi due figli, in attesa di portarli con sé in terra lunigiana, anche perché in pochi sanno che la presenza del maschietto sulla tribuna del “Nespoli” ha garantito all’Olbia, da vero talismano, un bel grappolo di gol. «Anche mister Biagioni mi ha ricordato che se voglio far gol in B ci deve essere Nico con me» dice tra il serio e il faceto mentre ci sediamo per ordinare.

IL SOLITO – Il sorriso è sempre lo stesso, abbozzato ma vivo. Più sereno. Che rende manifesta una consapevolezza e una maturità ormai acquisite. Pur rimanendo il solito, incorreggibile, ipercritico verso se stesso che riesce a fare tuttavia di una sincera modestia un credo e un motore per superare tutti gli ostacoli. Perché se gli si fa notare che adesso può smettere di dubitare del suo valore, lui risponde di essere «relativamente soddisfatto di quello che ho fatto sinora». Relativamente? «Beh sì, sai come sono fatto. Per esempio con il Novara non mi sono piaciuto». In effetti, di suo c’è stato solo lo zampino sul gol vittoria di Piu, con un delizioso assist messo nelle condizioni di trafiggere Da Costa e di mandare in estasi il “Picco”. Bazzecole, che gli sono valse la dedica di un simpatico rebus sui social: “Lo Spezia ha un Mastinu in Piu” la soluzione. Del resto, quando non ci si piace…

PROMOSSO A PIENI VOTI – Due partite da titolare in quattro giorni. In Serie B. Un segnale di chiara fiducia da parte di Di Carlo, che non ha esitato a schierare l’attaccante sassarese dal primo minuto a Trapani e a riconfermarlo quattro giorni dopo. Un segnale forte: «Sento la considerazione della società e dell’ambiente, sto cercando di imparare il più velocemente possibile tutto quello che mi è mancato in questi anni. Di Carlo è un perfezionista che sa dialogare con i giocatori e con lui, così come con il mister in seconda Valigi, mi trovo molto bene». A Trapani 90’ di qualità e quantità, un’occasione sfruttata appieno con giocate raffinate, conclusioni pericolose e tanto sacrificio: «Ho dato veramente tutto, ho chiuso con i crampi e ho fatto una buona partita». Contro un giocatore, Colombatto, che con incroci di destini diversi sarebbe potuto essere un tuo compagno a Olbia: «È un giocatore che sta bene in Serie B, mi ha impressionato davvero».

SALTI DI CATEGORIA – Una vera e propria catapulta quella dalla D alla B: «Cambia tanto. Organizzazione, aspettative, cura dei dettagli, rispetto delle regole. I tifosi si aspettano molto da noi, speriamo di poter regalare le gioie attese». Verona e Spezia, che quest’anno ha cambiato tanto ma mantiene l’ambizione di una storica promozione nella massima serie, sono le uniche “grandi” della cadetteria a stazionare nei piani alti in mezzo a un plotone di matricole terribili quali Cittadella, Pisa e Benevento: «La Serie B però è lunghissima, di fatto il campionato deve ancora iniziare. Per stare in alto ci vogliono costanza e nervi saldi e noi siamo sulla buona strada. Siamo una squadra di ragazzi seri e professionali, c’è la giusta mentalità». Anche per questo la necessità di avere rose ampie e competitive in tutti gli effettivi. Per Mastinu la sfida di contendere la maglia al napoletano Antonio Piccolo: «Abbiamo una grande batteria di attaccanti: Piccolo, Nenè, Granoche, Piu, Baez, Okereke. La concorrenza è tanta e salutare, io cerco di farmi trovare pronto e di fare quello che mi chiede il mister».

MARE DENTRO – Dall’Isola di Tavolara al Golfo dei Poeti. A Lerici, borgo marinaro tra i più belli d’Italia e patria di grandi poeti e artisti a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Mastinu ha preso casa. Il suo piede mancino come le penne e i colori che hanno lasciato una traccia indelebile. Un bomber salmastro, come ricorda la sua carriera: Arzachena, Budoni, Olbia. E ora La Spezia. Per mettersi alla prova e instradare il proprio destino verso i più grandi palcoscenici. Lui che alla fine dell’agosto 2013, scaricato dalla Torres dopo un precampionato da re, aveva deciso di dire basta con il calcio. «Avevo smesso di allenarmi da 15 giorni, non volevo più saperne, tanta era la delusione. Venne a cercarmi mister Cerbone personalmente in questo bar. Mi voleva a Budoni, non era disposto ad accettare un mio sì poco convinto e soprattutto di tornare a casa senza di me. “Il tempo di fare la valigia” risposi allora. Cinque giorni dopo debuttai in campionato e mi tornò la fame». Doppietta spettacolare e la giostra che riparte.

PRONTO A COLPIRE – Poi l’interlocutoria ma decisiva tappa di Olbia che, con Mastinu in campo, oggi avrebbe potuto anche allungare un occhio alle primissime posizioni. «So che hanno fatto una grande partita contro il Livorno, ho sentito Andrea (Cossu ndr) e anche tutti gli altri ragazzi. Non appena sarà possibile andrò a vederli quando giocheranno da queste parti, stanno facendo molto bene e gran merito di questo è anche di mister Mignani». Con lui in panchina, il passaggio dell’Olbia al 4-3-1-2 e la necessità di reinventarsi punta centrale, un ruolo mai ricoperto prima in carriera: «Tanto che arrivato allo Spezia ho faticato a ricordarmi i movimenti da esterno» scherza Mastinu, che nella settimana appena trascorsa ha fatto irruzione nella classifica del Tacalabala, premio riservato ai giocatori sardi che militano nel professionismo. Bisognerà giocarsela con gente del calibro di Cossu, Sau, Mancosu: «Ho visto che anche Izzillo (un passato allo Spezia, ndr) sta facendo molto bene. Mentre Dettori ormai non mi sorprende più, una garanzia assoluta». Dopo un’ora abbondante di fitta e piacevole chiacchierata ci congediamo sull’uscio del bar dove, prima dei saluti, incrociamo suo nonno: “Vai dentro, arrivo subito” gli dice Giuseppe con dolcezza. Ancora qualche ora di relax respirando l’aria di casa, poi domani pomeriggio si torna in campo. C’è una maglia da conquistare per la sfida con l’Ascoli e, soprattutto, i primi gol da mettere a referto. Perché il cassetto, adesso, va aggiornato con nuovi, ambiziosi sogni. A forti tinte bianconere, ma rigorosamente made in Sassari.  

Roberta Marongiu



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