Lanusei, serve un moto d’orgoglio

Cosa non ha funzionato nella gara contro il Trestina e su cosa si deve ripartire

L'esultanza di Cocco dopo il primo gol in campionato che non è valso i tre punti

L’esultanza di Cocco dopo il primo gol in campionato

Fino alla partita contro il Latte Dolce, il sunto dei commenti post partita del tecnico del Lanusei, Gianluca Hervatin è stato creiamo ma non concretizziamo”. L’ultima giocata non è stata una gara positiva per gli ogliastrini, che sembrano aver fatto un ulteriore passo indietro rispetto alle prime due giornate, pagando ancora una volta ingenuità difensive preoccupanti. All’attivo, nel tabellino di Lanusei-Trestina, ci sono meno occasioni del solito anche se il fatto che l’estremo difensore avversario sia stato il migliore in campo dà in parte ragione a Hervatin. Il quale, però, a fine partita ha preferito rimanere in silenzio: sempre schietto e diretto nelle dichiarazioni, non si è mai nascosto dietro il proverbiale dito, stavolta avrà prevalso la voglia di tutelare la squadra o quella di evitare di essere ripetitivo nelle considerazioni a caldo?




Il Lanusei opposto al Trestina ha mostrato tre volti: rapace all’inizio (così come all’esordio, quando Cocco segnò al 2′), trovando il gol al quarto d’ora con Sini (meglio sulla fascia che in mezzo); abulico e senza idee, nonostante il vantaggio; gagliardo e orgoglioso nell’affannoso tentativo di rimonta, ampiamente alla portata.

È un problema di tenuta mentale o fisica? I biancorossoverdi non possono essere definiti squadra strutturata. Si tratta piuttosto di ragazzi leggeri e brevilinei, cosa che non necessariamente costituisce uno svantaggio se si riuscisse a sfruttarne la velocità per far girare palla e trovare la profondità. Tutte cose che latitano nella seconda stagione del Lanusei in Serie D.

Intanto si attende il tesseramento di un sedicenne proveniente da un centro di accoglienza della zona, che avrebbe fatto strabuzzare gli occhi a chi lo ha visto in azione, per tecnica, forza e velocità. Fa il terzino e potrebbe coronare il suo sogno di giocare in Italia. Non sarà certo la panacea di tutti i mali, ma sarà sicuramente una iniezione di fiducia ed energia.

I ragazzi di Hervatin sono chiamati a compattarsi e scuotersi, allontanando le nuvole nere addensatesi sopra di loro, e dimostrando di avere le qualità per ottenere un’altra salvezza.

 

Roberta Marongiu



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