Caso Storari-Sconvolts: il portiere resta il capitano
In uno spogliatoio di calcio nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si modifica. In uno spogliatoio di calcio, però, non in una Curva. I capitani si fanno e si disfano, si destituiscono e sostituiscono.
O almeno così dovrebbe essere. Nell’Ajax del “calcio totale” e delle tre Coppe dei Campioni vinte di fila, capitò persino a Johan Cruijff di perdere le ‘elezioni’ interne e dunque la fascia, onta che lo spinse a chiedere la cessione al Barcellona, ma a decidere furono i suoi compagni di squadra, non gli ultras.
A Cagliari, invece, sono gli Sconvolts a chiedere la destituzione di un capitano. Nello specifico di Marco Storari, reo, a loro dire, di essere un mercenario, di voler fare “il padrone a casa d’altri”, di essersi “accaparrato” quel “simbolo leggendario” che è la fascia.
Ora sarebbe interessante sapere in che modo Storari fa “il padrone a casa d’altri”, chi sono questi padroni di casa, in che modo si sarebbe “accaparrato” la fascia. Perché risulta che Storari sia stato scelto come capitano dai suoi compagni, dopo l’infortunio di Dessena, e non è nemmeno difficile intuire il perché, considerando curriculum e carisma di un giocatore che magari avrà anche sbagliato qualche parata, ma certamente è stato determinante nella costruzione di una squadra e di una mentalità vincenti.
Storari ha scelto Cagliari non certo per soldi, rinunciando a un anno di contratto (con uno stipendio più alto) alla Juventus, passando da una finale di Champions League (seppur da secondo) alla Serie B.
Storari andò via da Cagliari perché era in prestito dal Milan, e le due società non trovarono l’accordo, non per un fantomatico aumento di stipendio di 10 mila euro (10 mila euro…) di cui qualcuno parla.
Storari non ha mai detto “la mia Juventus”, e anche se l’avesse detto, riferendosi evidentemente a quella Juventus in cui lui ha giocato, non ci sarebbe stato niente di male.
Allora qual è la sua colpa? La prima cosa che salta all’occhio, è impossibile non notarlo, è che sulla fascia di Storari c’è scritto “Marcone 30”, il suo soprannome e il suo numero. Una personalizzazione totale del simbolo della leadership che probabilmente poco piace alla Curva che da una ventina d’anni ha smesso di fare cori per i singoli giocatori, un gesto di discontinuità col recente passato, quello in cui i capitani del Cagliari (da Conti a Cossu) hanno portato sul braccio il logo degli Sconvolts.
Così come discontinuità sembra esserci nel rapporto con gli ultras, se è vero, come qualcuno ha spiegato, che in occasione del torneo agostano alle Canarie Storari si è rifiutato di incontrare gli Sconvolts che chiedevano spiegazioni su un pomeriggio passato dal portiere in piscina coi figli, mentre il resto della squadra si allenava. Il tutto, ovviamente, col permesso della società. Ma si sa, il permesso della società non basta, serve quello degli ultrà. O almeno così era stato finora. E un capitano che non accetta di dare spiegazioni agli Sconvolts per ciò che fa dentro e fuori dal campo, pare non sia un buon capitano. Pare.
E allora ci risiamo: la curva Nord pretende di dettar di nuovo legge come già accaduto in passato. Un tempo si invocava (e otteneva) la messa fuori rosa e la cessione di Federico Marchetti, oggi ci si limita a voler togliere la fascia da capitano a Marco Storari. In mezzo ci sono stati un blitz ancora non del tutto chiarito ad Assemini, quando Zeman era allenatore, e una serie di cori, fischi e contestazioni al presidente Giulini e al direttore sportivo Capozucca per il mancato rinnovo del contratto di Andrea Cossu.
Questo Cagliari, però, non è lo stesso di qualche anno fa. E Storari resterà capitano. Parola di Rastelli.
Gabriele Lippi
* nella prima pubblicazione era stato scritto erroneamente che Daniele Dessena ha indossato la fascia da capitano con lo stemma degli Sconvolts. Correggiamo e ci scusiamo con gli interessati.