Il Cagliari cerca la sua identità contro l’Atalanta
Fotografare Cagliari-Atalanta come un match decisivo sarebbe un’esagerazione, una delle tante etichette premature che caratterizzano il mondo del calcio. Sarebbe affrettato in considerazione di un calendario che segna ancora il 16 settembre, e lo sarebbe ancor di più se si considera il valore assoluto della rosa rossoblù. Un gruppo che, fin qui, ha pagato dazio – e lo pagherà anche contro gli orobici – ad infortuni e squalifiche, ma che sarà chiamato, già a partire da domenica, ad un moto di orgoglio.
SFIDA IMPORTANTE E PROPIZIA – La sfida contro i nerazzurri rappresenta un potenziale viatico per Sau e compagni, reduci dal magro bottino delle prime giornate e con la proibitiva trasferta dello Juventus Stadium all’orizzonte. Una vittoria, ancor meglio se accompagnata da una prestazione convincente, sarebbe un toccasana per l’umore della squadra e di tutto l’ambiente. In un colpo solo, infatti, verrebbero allentate la pressione che aleggia sullo spogliatoio e la sete di punti che coinvolge le squadre invischiate nel discorso salvezza. Un discorso che il Cagliari ambisce ad tenere lontano.
SCORIE FELSINEE – Al netto di recriminazioni e decisioni arbitrali, la sconfitta del Dall’Ara ha lasciato più di qualche scoria. Sotto la lente d’ingrandimento, in particolare, l’approccio timido e tutt’altro che propositivo mostrato dai ragazzi di Rastelli. Un piglio neanche paragonabile a quello mostrato contro la Roma quando, dopo i due schiaffi incassati, il Cagliari ha messo con le spalle al muro i giallorossi. I rossoblù dovranno ripartire da quel secondo tempo per far male all’Atalanta, alla ricerca di un risultato che darebbe un’iniezione d’autostima. Un ulteriore passo falso, infatti, sarebbe deleterio non tanto per la classifica, quanto per il morale. In quest’ottica, le parole del tecnico campano nel post partita di Bologna sarebbero interpretabili come un tentativo di tenere alto il mood dei suoi giocatori. Una lettura, questa, certamente più razionale e che cancellerebbe alcuni mugugni generati da quelle dichiarazioni.
AVVERSARIO IDEALE MA INSIDIOSO – L’Atalanta, in questo senso, potrebbe rappresentare l’avversario ideale. O anche il peggiore. Molto dipenderà dall’atteggiamento dei rossoblù. Le squadre di Gasperini, per tradizione, fanno dell’intensità il proprio caposaldo, cercando di imporre il proprio gioco ma lasciando, al tempo stesso, ampi varchi agli avversari. Lasciare il pallino nelle mani neroazzurre, come avvenuto contro il Genoa (guidato, non a caso, dal primo discepolo del Gasp) rappresenterebbe un harakiri per quel Cagliari apparso, in ampi tratti di questo avvio di stagione, ancora nella sua versione pallida.
E’ necessario che la squadra si scrolli di dosso quell’ansia da prestazione emersa nelle prime uscite e che recuperi sicurezza nei propri mezzi. Gli alibi, che siano un palo o un’espulsione ingiusta, hanno nascosto la polvere sotto il tappeto, senza però cancellare l’impressione di una squadra ancora alla ricerca di un’identità, più che della prima vittoria. E se per la prima gioia in campionato il tempo non manca di certo, un’altra prestazione scialba – quella si – farebbe suonare i primi campanelli d’allarme.
Stefano Sulis
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