Il primo gol di Marco Piredda: l’Olbia si gode il suo talento

La gioia di Marco Piredda per il primo gol (foto Photopoint di Sandro Giordano)

La gioia di Marco Piredda per il primo gol (foto Photopoint di Sandro Giordano)

Scordatevi le regole, la continuità, gli schemi e tutto ciò che abbia un’apparenza di normalità. Marco Piredda è tutt’altro. Genio e sregolatezza, croce e delizia, ditelo un po’ come preferite, ma quel fantastico diagonale a mezza altezza scoccato in un fazzoletto d’erba con cui ha bucato il portiere della Lucchese è roba per pochi eletti.



LA PRIMA GIOIA – Il gol alla fine dei conti è valso un punto, a causa di un rocambolesco pareggio allo scadere dei toscani, ma in quell’urlo del centrocampista classe ’94 c’era molto di più. Tra paure e ansie che scomparivano di fronte alla prima marcatura in carriera, come a voler scrollarsi di dosso un passato non sempre benevolo, ma si spera, mai così lontano.

UNA CARRIERA TRAVAGLIATA – In Primavera faceva la differenza, ma il mondo dei “grandi” è un’altra cosa. Il primo prestito a Como in Lega Pro è terminato con due presenze e tanto rammarico a causa di un infortunio parso infinito. Ci ha riprovato a Terni, in Serie B, ma la Dea bendata ancora una volta si è voltata dall’altra parte. Con un Tesser che lo vedeva pedina fondamentale della sua Ternana, ma che ha dovuto cambiare modulo quando dopo poche giornate il sardo ha subito una frattura all’alluce, non trovando mai più spazio nel nuovo scacchiere rossoverde. Il Cagliari lo ha coccolato per anni, ma il calcio va di fretta e dopo l’ultimo prestito a Siena per Piredda non c’è stata altra alternativa che la rescissione con i rossoblù. Una scelta dolorosa, per un cagliaritano di nascita come lui, ma allo stesso tempo vissuta con la speranza costante di avere un giorno una seconda possibilità.






OLBIA, UNA SCELTA DI VITA –
La valigia sempre pronta e numerose fermate perse, alla ricerca di quella consacrazione così difficile da raggiungere, quanto sacrosanta al netto di quel piede educato, ormai da qualche mese in grado di illuminare gli occhi dei tifosi olbiesi. E chissà che la svolta della sua carriera non sia avvenuta proprio durante il viaggio che lo stava portando ad Ascoli per firmare un triennale con i bianconeri, squadra in piena lotta salvezza in Serie B. I treni sono da sempre il posto migliore per conciliare i pensieri, con lo sguardo fuori dal finestrino ad inseguire quel mondo fermo di fronte ai nostri 300 km/h, culminati con una chiamata al suo procuratore, nella quale ha espresso il desiderio irrevocabile di tornare in Sardegna. L’Olbia lo cercava da una ventina di giorni, accordarsi è stato un attimo.

IL PRESENTE SORRIDE – Sei mesi di Serie D e poi la prima gemma tra i professionisti. Michele Mignani è un allenatore che ama far giocare bene le sue squadre e una mezz’ala di qualità come l’ex Cagliari si sposa perfettamente con la sua filosofia di gioco. Con Enrico Geroni formano un duo dalle potenzialità rare per la categoria, senza dimenticare i tanti mediani presenti in rosa, a completare un centrocampo ricco di intensità e per ora punto di forza della squadra.

Marco Piredda in azione contro il Racing Roma (foto Photopoint di Sandro Giordano)

Marco Piredda in azione contro il Racing Roma (foto Photopoint di Sandro Giordano)

I DIFETTI? – Una tenuta mentale non sempre ottimale e tante ammonizioni evitabili, spesso frutto di troppo nervosismo e reazioni sbagliate. Sono stati ben i cartellini rossi subiti in sole 14 presenze (Playoff compresi) durante la prima mezza stagione con i bianchi, tutti per doppio giallo. Percentuali certamente da abbassare.

Tra luci e ombre, sulle sponde di Tavolara sta nascendo un calciatore: è arrivato finalmente il momento giusto?

Oliviero Addis

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