I tre momenti che fecero grande Nenè
Sabato 3 settembre, dopo una malattia che negli ultimi anni ne aveva minato il fisico, è mancato, all’età di 74 anni, Claudio Olinto de Carvalho, più semplicemente conosciuto come “Nenè”. Tutta la Sardegna rossoblù lo ha pianto, in lui il ricordo indelebile di un indimenticabile scudetto e del titolare inamovibile nella formazione guidata dal “filosofo” Manlio Scopigno, nel ruolo di mezz’ala destra. Di lui si è detto e scritto quasi tutto, dal suo legame con la Sardegna al suo carattere gioviale, fino alla sua potenza esplosiva, che liberava nelle lunghe sgroppate sulla fascia di pertinenza. Noi vogliamo ricordarlo sottolineando tre episodi che ci sembra giusto rammentare nella sua oltre decennale carriera in maglia rossoblù. Primo episodio che ci piace rievocare è legato alla quinta giornata del campionato 1964-65, il primo del Cagliari in Serie A.
Domenica 11 ottobre 1964 il Cagliari gioca a Mantova, contro la formazione del tecnico Silvano Trevisan, che l’anno precedente sedeva sulla panchina della Torres. Il Cagliari fino a quel momento ha racimolato una vittoria, due pareggi ed una sconfitta, all’esordio contro la Roma. Il tecnico Silvestri è convinto che Gallardo e Nenè possano esprimersi molto meglio rispetto a quanto hanno mostrato fino a quel momento. Dinanzi a 15 mila tifosi mantovani il Cagliari parte forte ed il suo neo acquisto brasiliano Nenè, giunto in Sardegna dopo esser stato scaricato dalla Juventus, entra subito nel vivo del gioco. Al 18° un suo recupero a centrocampo trova con un tocco millimetrico Gallardo, quest’ultimo smista su Greatti, che con un potente destro non lascia scampo a Zoff. Il Cagliari è meritatamente in vantaggio, non c’è però tempo per festeggiare che al 20°, su una mischia, Martiradonna di petto fa secco il proprio portiere Colombo, che incredulo guarda il pallone finire in fondo al sacco. Il Cagliari si pianta e al 33°. Jonsonn porta in vantaggio i padroni di casa. Da questo momento il Cagliari invece di affondare riprende a tessere le fila del proprio gioco e al riposo è chiaro che il vantaggio del Mantova potrebbe essere messo in serio pericolo nella ripresa. Detto fatto, dopo un errore di Riva al 3° minuto, al 4° Nenè fallisce la rete del pareggio. Un minuto dopo però Gallardo viene steso a una trentina di metri dalla porta del Mantova. Nenè si incarica della battuta e con una potente parabola carica d’effetto, insacca alla sinistra d’un impietrito Zoff. In questo modo il brasiliano realizza la sua prima rete con la maglia del Cagliari. La partita, nonostante i reiterati attacchi dei sardi, si chiude poi proprio sul 2 a 2 ed i rossoblù escono tra gli applausi del pubblico di casa.
Secondo episodio che pensiamo sia meritevole rammentare è quello legato alla serata di mercoledì 16 settembre 1970. Il Cagliari, fresco Campione d’Italia, ha pochi giorni prima inaugurato il bell’impianto del Sant’Elia. Quella sera il clima estivo viene stemperato da un forte maestrale che spira sul nuovissimo manto erboso. Sessanta mila paganti, che fruttano ben 70 milioni di lire, assistono all’esordio del Cagliari in Coppa dei Campioni. Gli avversari sono i campioni di Francia del Saint’Etienne. Queste le formazioni:
Cagliari: Albertosi, Martiradonna, Mancin, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva.
St. Etienne: Carnus, Durkovic, Poiny, Herbin, Bosquier, Camerini, Keita, Broissart, Revelli, Larque, Bereta.
Il Cagliari parte subito forte e non dà letteralmente respiro ai francesi. Già al 7° Riva porta in vantaggio i campioni d’Italia, al 19° poi, dopo un errore della difesa transalpina, Gori va via sulla sinistra e crossa una palla verso il centro. Domenghini opera un sapiente velo e lascia sfilare la palla per l’accorrente Nenè, che in corsa lascia partire un bolide che non dà scampo all’estremo difensore ospite. Al 25° della ripresa poi Riva fissa a 3 le segnature sarde. Il risultato lascia scampo al Saint’Etienne, che infatti verrà inesorabilmente eliminato. A fine incontro Scopigno con il suo solito modo compito ed impassibile e con un filo di voce appena dichiara che i suoi calcoli si sono dimostrati tutti giusti. Chissà dove avrebbero portato i suoi calcoli se il maledetto infortunio di Riva non avesse spuntato quella meravigliosa macchina che il “Filosofo” aveva creato.
Due anni dopo il Cagliari è nuovamente in corsa per lo scudetto, domenica 7 maggio i sardi sono attesi alla sfida decisiva di Torino contro la Juventus, ma il primo maggio i rossoblù hanno modo di disputare un’amichevole di gala. È giunta infatti in Sardegna la squadra del Santos. Questo incontro servirà anche a saggiare il potenziale rossoblù. È anche l’occasione per Nenè per ritrovare i suoi vecchi compagni di squadra, nel Santos infatti il talento del brasiliano rossoblù era cresciuto ed esploso ed aveva vinto parecchio, prima di approdare in Italia. Quel giorno Nenè non segna, ma la sua classe brilla come sempre, i cronisti dell’epoca annotano che fu al pari dei vecchi compagni di squadra. Tutti gli occhi sono puntati su Pelè, che non si fa certo pregare, la sua classe emerge soprattutto dalle due reti di ottima fattura, la prima dove, dopo aver saltato Tomasini, fulmina Albertosi in uscita, con un tocco d’esterno, la seconda, nella ripresa, quando il Cagliari era ormai infarcito di riserve, con un sinistro di rara potenza. Riva non è da meno: sigla l’1 a 0 addirittura di destro ed il 2 a 1 con un sinistro terrificante. Poi Scopigno durante il riposo leva dal campo Riva, Albertosi ed altri titolari, non vuole infatti rischiare gli uomini in attesa del match che deciderà il campionato 1971-72. Nenè molto applaudito rimane in campo, dove dimostra come sempre la sua classe, ma la sua squadra, priva di tasselli chiave soccombe per 3 a 2. La domenica successiva il vero protagonista dell’incontro sarà l’arbitro Toselli (lo stesso che aveva causato la lunghissima squalifica di Scopigno, dopo l’incontro Palermo-Cagliari del dicembre 1969), che con alcune decisioni molto discutibili, cuce in pratica lo scudetto sulle maglie bianconere, dopo un lustro d’assenza. Poi cominciano gli anni difficili per il Cagliari, ma Nenè, sempre più sardo nell’animo, decide di rimanere nel suo Cagliari fino al termine della carriera, che giunge alla fine dello sfortunato campionato 1975-76.
Mario Fadda
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