A tu per tu con due pilastri della storia dell’Olbia
Un bel venerdì tra passato, presente e futuro quello vissuto in pieno centro a Olbia. L’occasione è la presentazione del nuovo store della società bianca, all’interno della Galleria Ambrosio in Corso Umberto: marketing, inclusione di tifosi e passanti (molti turisti), conservazione e valorizzazione della memoria storica, con l’invito dei campioni del passato e l’esposizione di cimeli di ogni tipo. Il futuro è Olbia-Lucchese, e allora le parole di mister Michele Mignani preparano ad un confronto che due totem della storia olbiese ricordano con ironia e malinconia e bei tempi andati.
“Sono sempre state belle sfide, quelle contro una società gloriosa come la Lucchese – ricorda Piero Giagnoni – Negli anni Sessanta e Settanta ci si incontrava spesso in Serie C, ed è bello che domenica queste due realtà si ritrovino al “Bruno Nespoli”. Speriamo di vincere, perché alla fine quello che conta ed è basilare sono sempre i tre punti”.
La storia dell’Olbia Calcio torna in auge e perde un po’ di colpevole polvere. “Tutto quello che la nuova società sta facendo è molto importante, perché c’è un patrimonio da non disperdere e da valorizzare, inoltre ci sentiamo protagonisti anche noi che lo siamo stati tanti anni fa. Sono convinto che la squadra farà bene quest’anno, ma in generale anche tutto quello che viene costruito intorno al campo da gioco dà valore alla realtà Olbia”.
Dello stesso tenore le considerazioni di Franco Marongiu, noto a tutti come il Pelè dell’Olbia. Non manca la solita ironia: “Il mio ricordo della Lucchese? Brutto (ride ndr), mi ero rotto la testa in una partita contro i rossoneri. Però ero giovane, questo è il bel ricordo”. E allora Cossu e compagni dovranno anche vendicare Pelè: “Ovvio – sorride perentorio – Bisogna vincere perché fare punti è importante dopo la sconfitta di domenica, ma la squadra c’è e ha valori importanti, sono convinto che farà bene. E speriamo che tutto quello che si sta facendo possa dare un po’ di contributo anche a chi scende in campo oggi, come facevamo noi tanti anni fa”.
Fabio Frongia