Parla l’ex ds della Torres

Vittorio Tossi
E’ stato uno dei protagonisti dell’ennesima estate rumorosa della Torres, alle prese con la discussa gestione del presidente Daniele Piraino. Vittorio Tossi: arrivo, addio e ritorno. Il direttore sportivo, annunciato prima che la scorsa stagione finisse, si è allontanato per due volte in pochi giorni dal club rossoblù che aveva ritrovato a fine primavera. Stavolta, però, il taglio del cordone ombelicale da Piraino sembra definitivo.
“Voglio precisare che tutti questi anni di carriera, fatti di sacrificio e serietà, mi portano a non potere accettare la frase proferita ieri da Piraino. Ha detto che io mi sono offerto per due volte, e non è vero”.
Direttore, qual è la sua verità?
“Sono stato contattato per due volte da Piraino e i suoi collaboratori, sono entrato subito in contatto con il clima di terrore nei confronti dell’esterno, coi media e l’opinione pubblica”.
Quali erano gli accordi?
“Al mio ritorno, l’allora dirigente Antonio Carboni mi disse che Piraino mi voleva incontrare, l’accordo era che avrei gestito la parte tecnica come direttore sportivo, con Carboni team manager”.
E invece?
“Carboni è andato via per questioni legate all’organizzazione della società, mi sono accorto che non potevo ricoprire il mio ruolo, ogni giorno veniva fuori una cosa nuova. I giocatori da me proposti venivano scartati, mentre ne arrivavano altri. A livello organizzativo c’è stato il problema dei calciatori che viaggiano sugli autobus di linea, cosa che non ho mai accettato perché indegna per una società come la Torres. Questa rappresenta valori importanti, i suoi tifosi non sono mafiosi o camorristi, sono caduti in basso e si sono rialzati, ma al di là della categoria lo hanno fatto sempre con grande dignità e attaccamento ai colori rossoblù”.
In che direzione sta andando la Torres di Piraino?
“Francamente, dall’interno, non si capiva granché sul dove si potrà andare e su quali siano le forze economiche di questo gruppo”.
Piraino rimarrà per tre anni?
“Non lo so, difficile dirlo. Credo ci sarà da soffrire molto. Il calcio si fa con tutte le componenti tecniche e societarie che vanno a braccetto in un’unica direzione”.
Quali giocatori avrebbe voluto portare e che mosse aveva in mente a livello tecnico?
“Personalmente non avrei cambiato di una virgola il gruppo dell’anno scorso, che aveva riportato entusiasmo, orgoglio e buon calcio. C’era una base importante da cui ripartire”.
Però il suo insediamento a campionato in corso, la sua presenza in tribuna al fianco di Piraino aveva creato una situazione particolare…
“Con un po’ di prudenza in più avremmo evitato situazioni imbarazzanti. Quella fu una scelta societaria, fui chiamato e accettai”.
Tossi e Piraino si conoscevano e lavoravano per la Torres già quattro anni fa: cosa è cambiato?
“Per me oggi è solo il signor Piraino. Prima c’era una conoscenza e un lavoro proficuo. Sicuramente il rapporto era diverso: lui proponeva e portava calciatori interessanti, utili alla Torres. Oggi, però, il capitolo tra me e lui, dopo quello che è successo, è chiuso”.
Fabio Frongia